Niger: sostenere i democratici e porre fine alle ingerenze politiche e militari francesi

Ensemble! condanna il colpo di stato in Niger 1 e dà il suo pieno sostegno ai democratici nigerini per il ripristino dello stato di diritto. Chiediamo anche con la massima fermezza la fine dell'ingerenza politica e militare francese.

Le dichiarazioni minacciose del presidente Macron su una possibile risposta "immediata e non negoziabile" della Francia in caso di attacco a cittadini o interessi francesi hanno solo aggiunto benzina sul fuoco. Hanno contribuito a mobilitare parte della popolazione in favore dei golpisti, così come gli annunci della diplomazia francese sul suo sostegno alle sanzioni economiche e ai preparativi militari annunciati dall'ECOWAS 2 .
Le sanzioni economiche imposte dalla Francia e dall'Unione Europea – come abbiamo visto in precedenza in Mali – penalizzano solo la popolazione, che è già una delle più povere del mondo. E un intervento militare potrebbe solo infiammare ulteriormente un Sahel già profondamente lacerato.

Da 50 anni la società francese (a capitale pubblico) Orano (ex-Areva) sfrutta l'uranio del Niger senza che la popolazione ne tragga beneficio, ma ne paga il costo di un disastro ecologico e sanitario nascosto.

Per decenni, per garantire questo approvvigionamento di uranio utilizzato per il nucleare civile e anche militare, le autorità francesi che si sono succedute non hanno mai risparmiato il loro sostegno ai regimi più autoritari del paese. Sotto la precedente presidenza di Mahamadou Issoufou, il presidente Macron ha decantato il modello democratico del Niger nonostante gli scandali di corruzione e l'incarcerazione di attivisti che li denunciavano o si opponevano alla presenza militare francese. Il presidente francese non è quindi in grado di dare lezioni di democrazia.

Dopo che i soldati dell'Operazione Barkhane sono stati cacciati dal Mali e dal Burkina Faso, 2.500 soldati francesi sono rimasti in Niger e nel Ciad (una dittatura su cui la Francia non trova niente da ridire nonostante i recenti massacri di decine di manifestanti), senza il minimo dibattito democratico e nonostante l'evidente fallimento della "guerra al terrorismo" condotta dalla Francia nella regione. La guerra non  ha costretto i jihadisti alla ritirata nonostante le pesanti perdite inflitte loro dall'esercito francese, e anzi ha favorito  il reclutamento  di nuovi adepti, perché guidata da un esercito straniero.

I regimi civili che avevano fatto appello alla Francia si sono trovati ulteriormente screditati e il loro rovesciamento è stato facilitato in Mali, Burkina e oggi in Niger.

L'impopolarità della politica africana della Francia sta peggiorando nel Sahel e più in generale in Africa, e  non è certo  il prodotto della propaganda russa, anche se questa soffia sulle braci. È innanzitutto il risultato di un'arroganza neocoloniale che non è mai cessata e che deve finire.

Dobbiamo porre fine alle ingerenze imperialiste in Africa, occidentali, russe o cinesi che siano, a cominciare dagli interventi e dalla presenza militare della Francia.

 
Bagnolet, 10 agosto 2023
Ensemble!
Movimento per una Sinistra alternativa Ecologista e Solidale