AAMPS: una riflessione per capire
Da
dove viene la situazione drammatica che attualmente
sta vivendo l'AAMPS, che
deve affrontare perdite pari a quasi 20 milioni di euro e per essere
salvata necessita di una ricapitalizzazione di circa 7 milioni di euro, con conseguenze negative per
le casse del Comune?
E'
evidente che le responsabilità di questo disavanzo strutturale (al
limite del fallimento tecnico) ha una origine lontana che non può essere
fatta ricadere sulla nuova amministrazione che oltre a questa emergenza
ha dovuto gestire - bisogna dirlo, non brillantemente - anche tutte le
mele avvelenate lasciate in eredità dalla precedente amministrazione,
come l'ultimo bilancio approvato pochi giorni prima delle elezioni.
Tutto
ha origine dalle scelte scellerate operate dall'allora giunta DS di
Lamberti che nella seduta del Consiglio comunale del 26 marzo 2001, con
o.d.g. “Organizzazione Servizi Pubblici Locali-Gestioni AAMPS e ASA”,
proponeva la privatizzazione di AAMPS già allora in forte sofferenza.
La
privatizzazione si sarebbe ottenuta attraverso la ricapitalizzazione
fino al 49% da parte del socio privato e avrebbe avuto, come ragione
fondamentale, la costruzione di un termovalorizzatore (terza linea)
proprio grazie all'intervento del capitale privato.
In
quel consiglio emerse con chiarezza la volontà di non affrontare le
cause delle difficoltà di AAMPS (come mai quella sofferenza?) poichè
esse stesse diventavano funzionali al progetto più complessivo di
privatizzazione dei servizi pubblici locali e nello specifico all'idea
della costruzione del termovalorizzatore.
Una
possibilità che eccitava le menti del gruppo dirigente dell'allora DS,
oggi PD, e delle sue organizzazioni collaterali sia sindacali (in nome
di un presunto aumento occupazionale) che padronali (per i possibili
profitti).
La
possibilità di costruire un nuovo termovalorizzatore avrebbe infatti
rappresentato una grande chance in quanto sarebbe stata una occasione
per la messa in moto dei soliti interessi clienterali-affaristici che da
sempre penetrano queste tipologie di interventi e caratterizzano il
blocco di potere tradizionale della nostra città e Regione.
Vi
era inoltre l'illusione che un nuovo inceneritore a servizio delle
Amministrazioni comunali di una area più vasta di quella provinciale
avrebbe potuto risanare le casse dell'AAMPS, non importa se a scapito
della salute della cittadinanza.
Su
questo progetto c'era il consenso di tutto il blocco di potere PD della
città: politico, finanziario, industriale e anche sindacale.
Come
non ricordare l'accettazione da parte della dirigenza CGIL di tale
proposta, accettazione
che ha indotto questa organizzazione sindacale al
silenzio, se non alla collusione, sulla gestione irresponsabile
condotta da parte di tutte le amministrazioni comunali che hanno
preceduto l'attuale giunta.
Evidentemente
la tradizionale contiguità della Direzione della CGIL al PD l'hanno
portata a chiudere gli occhi davanti ai processi di privatizzazione,
alle assurde esternalizzazioni dei servizi, al peggioramento della
qualità dei servizi.
Una
subordinazione che ha impedito di affrontare la corsa al baratro
finanziario a cui l'azienda veniva spinta dai propri padrini politici e
dalla loro irresponsabile gestione.
Diventa
quindi sospetto il “coraggio” e la “determinazione” con cui oggi la CGIL
si scaglia contro l'attuale amministrazione, fianco a fianco di quello
stesso PD che al contrario dovrebbe essere relegato al silenzio dagli
stessi lavoratori e lavoratrici dell' AAMPS e dell'indotto, privato e
delle cooperative, che insieme ai cittadini inquinati e supertassati
sono le principali vittime della sciagurata politica condotta.
Prima
dell'arrivo di Nogarin e del M5stelle l'opposizione in città a questo
programma è stata abbastanza compatta e la resistenza alle scelte
confindustriali sul piano rifiuti é riuscita a bloccare la realizzazione
della terza linea.
Ma
teniamo di conto che il PD, avendo puntato tutto sul business della
gestione incenerimento in quanto affare gigantesco capace di fare gola a
tanti, di fronte al suo blocco ha sposato la filosofia (Napoli
insegna) del "muoia Sansone con tutti i filistei".
Le
privatizzazioni volute
dalle politiche neoliberiste del
PD ci sono comunque state ma, come previsto, sono state un disastro sia
per i cittadini, che si sono ritrovati servizi più cari e meno
efficienti, che per i lavoratori e le lavoratrici che hanno visto
sensibilmente peggiorare le loro condizioni di lavoro e di vita.
Dal
punto di vista finanziario il 24 giugno 2014, l'ex Amministratore Unico
Enzo Chiaini, consegna la sua relazione di fine mandato (23 maggio 2014)
al nuovo sindaco (16 gg. dopo il ballottaggio).
Nella
relazione si sottolinea la possibilità di recuperare 5,7 milioni di
euro.
Da
Il Tirreno 13/08/15 Chiaini afferma ".....chi mi succederà, unitamente
al socio Comune di Livorno, stante l'importanza della questione, dovrà
assumere le determinazioni che riterrà più congrue. Sicuramente se
avessi avuto più tempo a disposizione e un po' più di sostegno da parte
della proprietà, avrei seguito la strada prospettatami dai legali...."
Di
che si tratta? Si tratta del recupero di 5,7 ml di euro di interessi
dalle banche (Monte dei Paschi, Cassa di Risparmi di Livorno e Credem) per prestiti che sono state
elargiti e che Il Tirreno definisce a tassi vicini a quelli usurai.
Ma
perchè le amministrazioni PD prima e quella 5 Stelle oggi non sono
riuscite a fare nulla? Perché si è preferito far ricadere sui cittadini
i costi di queste scelte sciagurate con maggiori tasse TIA e TARI?
Per
quanto riguarda le amministrazioni che hanno preceduto l'attuale,
l'abbiamo visto, l'obiettivo era la privatizzazione e quindi una
condizione di sofferenza da parte dell'azienda poteva essere un buon
argomento per il raggiungimento di quell'obiettivo, ma per
l'Amministrazione attuale?
Non
tutto si può spiegare con la necessità di conoscere e studiare le carte
in condizioni oggettivamente difficili, soprattutto se ci si trova di
fronte a vere e proprie pratiche di non collaborazione se non di
sabotaggio da parte dell'azienda. Non possiamo
non ricordare i ridicoli personaggi sponsorizzati dal M5S come
lo “Steve Jobs” massese e l'incapacità da parte della nuova Dirigenza in
quasi due anni di fare piazza pulita di tutto l'apparato dell'azienda
colluso con i precedenti “padroni” quando
le condizioni imponevano un intervento radicale immediato.
Anche
la nuova Amministrazione e tutto il M5S livornese si deve quindi
assumere le proprie responsabilità per il tempo perso e la
superficialità dimostrata che hanno contribuito a far aumentare i debiti
dell'azienda nel 2014 del 30% con una maggiore esposizione verso le
banche e relativi interessi.
E'
evidente che il M5S si è dimostrato strutturalmente e
politicamente incapace di difendere gli interessi dei
cittadini e dei lavoratori/trici in quanto non sufficientemente lontana
dai poteri forti e dalla Confindustria, non sufficientemente vicina al
mondo del lavoro, ma
soprattutto senza radici
e interlocuzioni con esso.
Così,
dei possibili alleati, invece di essere sottoposti ad una
iniziativa politica da parte dell'Amministrazione, capace di renderli
protagonisti e collaborativi nel processo di risanamento dell'azienda,
sono stati al contrario lasciati in balia di chi oggi li sta cinicamente
utilizzando come strumento politico di attacco contro
l'Amministrazione, non solo per difendere i propri legittimi interessi
di lavoratori/trici coinvolti, ma soprattutto per sostenere il PD,
incurante dell'indipendenza che le strutture sindacali dovrebbero avere
verso i soggetti partitici.
La
stessa decisione di arrivare ad un Concordato preventivo sta a
dimostrare la scarsa attenzione verso possibili scenari che potrebbero
avere conseguenze drammatiche per i lavoratori e le lavoratrici
dell'AAMPS, sicuramente per le ditte dell'indotto (in modo particolare
COOPLAT, Lonzi Metalli e Rari) maggiori creditrici dell' AAMPS.
Purtroppo con il Concordato preventivo rischiamo infatti che i creditori
non accettino le proposte di rientro dal credito e si vada verso il
fallimento a meno che ....non si scelga di fare la terza linea
dell'inceneritore!
Comprendiamo
la volontà del Sindaco di fare piazza pulita del “marciume” creato dalle
politiche clientelari delle precedenti amministrazione PD, ma
consideriamo pericoloso che una questione simile venga espropriata
alla politica, ai luoghi politici e alle istituzioni decisionali
democratiche preposte a governare ed affidata alle mani dei Giudici del
tribunale.
Altrettanto
inaccettabile rimane però anche la proposta di ricapitalizzare. Con i
finanziamenti di chi? Con che tagli da parte dell'Amministrazione e in
quali settori, tenendo conto delle sofferenze date dalle politiche di
austerità e tagli per gli Enti locali del governo PD di Renzi. Una
scelta che quindi anch'essa comporterebbe,
se attuata, ristrutturazioni dolorose soprattutto per il personale
dell'AAMPS.
Continua
ad essere strumentale l'opposizione condotta dal PD che di fronte alle
difficoltà oggettive le acuisce, creando illusioni, millantando
soluzioni,
ultima l’idea della vendita ad IREN Spa da questa
stessa azienda successivamente smentita,
gettando fumo negli occhi alla cittadinanza pur di riproporre la sua
soluzione tradizionale
composta da privatizzazione e termovalorizzatore, senza per altro avere
alcun credibile interlocutore .
Come
sembra non certamente disinteressato dal punto di vista politico il
ruolo della CNA che non aiuta certo un accordo tra AAMPS e creditori.
Insomma,
siamo tutti prigionieri, con 500 lavoratori a rischio e la giunta
Nogarin messa all'angolo con la possibilità di una vendita a privati di
un servizio fondamentale per la comunità come quello della raccolta
rifiuti, probabilmente in cambio di quello che ad oggi siamo riusciti a
bloccare in nome della nostra salute e dell'ambiente.
Da
questa crisi dobbiamo al contrario uscire imponendo
che ci si sfili dalla logica obbligata inceneritori/discariche
mettendo al centro la difesa dell'occupazione dei lavoratori dell'AAMS e
di quelli dell'indotto, avviando un processo di reinternalizzazione
di tutti i servizi dati alle varie Coop, con un conseguente risparmio
finanziario, e organizzando un piano di raccolta porta a porta, che
comporterà importanti risparmi dati da una efficiente raccolta
differenziata e un evidente miglioramento del paesaggio urbano.
I
rifiuti non possono essere considerati come delle merci su cui lucrare e
trarre profitti, e quindi le politiche delle amministrazioni dovrebbero
andare verso la riduzione della loro produzione e la penalizzazione di
chi li produce.
I movimenti che nell’era PD hanno lottato per i Rifiuti Zero, contro l’inceneritore, i comitati contro l’inquinamento, devono riprendere l’iniziativa in quanto sono i soli che hanno credibilità politica e tecnica consolidatasi nel tempo e perché da come finirà la vertenza Aamps dipende non solo il futuro di Livorno ma la nostra stessa salute.
Livorno
4/12/2015
Sinistra Anticapitalia Livorno