TUTTE/I le candidate e i candidati di Sinistra Critica aderiscono
all'appello a per la palesdtina proposto dal Comitato per la
Palestina di Livorno
Rosalba Volpi , candidata alla presidenza della
Provincia, i candidati alla Provincia e i candidati al comune della
lista Sinistra Critica aderiscono all’appello, del Comitato per la
Palestina.
Crediamo che purtroppo in questa campagna elettorale i temi dell’internazionalismo e della pace sono mancati.
Se non è scusabile per elezioni locali: come è possibile non affrontare
ad esempio la questione di Camp Darby o del ruolo del porto di Livorno
tantomeno non lo è quando sono in ballo elezioni Europee.
Ringraziamo il Comitato che costringe i soggetti politici ad esprimersi anche su questi temi.
Noi nei nostri programmi per comune e provincia proviamo a dare delle
risposte, parziali sicuramente, ma che speriamo di ampliare e
approfondire con soggetti reali che intervengono sulla specificità
della solidarietà internazionale.
Rosalba Volpi Candidata alla presideza per la Provincia
I Compagni e le compagne delle liste al Comune e alla ProvinciaAppello proposto ai candidati presenti nelle liste per le
amministrative comunali e provinciali e ai candidati per l’elezione a
sindaco della città di Livorno e a Presidente della Provincia, promosso
dal Comitato per la Palestina di Livorno.
Il testo dell'appello
“Dopo l’aggressione militare di Gaza, iniziata nel gennaio 2009, le
conseguenze della politica israeliana nei confronti del popolo
palestinese ormai sono sotto gli occhi di tutti: di tutti coloro che
vogliono vedere.
L’idea che il Mediterraneo sia un mare di pace spesso si trasforma in parole vuote.
Noi al contrario crediamo in questa idea, e pensiamo che la nostra
città e il nostro territorio possano avere un ruolo attivo e positivo
in questo senso.
Non possiamo quindi non parlare, anche in queste scadenze elettorali
che solo occhi miopi possono legare a sole questioni locali, di Gaza e
della Palestina.
Per questo, come candidati, riteniamo che si debba appoggiare qualsiasi
iniziativa che vada a sostegno delle rivendicazioni rivolte a garantire
il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, nelle forme
che questo autonomamente e democraticamente deciderà di darsi.
Ci impegneremo quindi a sostenere qualsiasi iniziativa tesa a
condannare ed isolare, sotto ogni forma - diplomatica, politica,
economica - Israele, ogniqualvolta sia responsabile di pratiche di
apartheid nei confronti non solo dei palestinesi dei territori
occupati, ma anche dei palestinesi cittadini di Israele.
Richiediamo che venga posto fine alla costruzione del Muro, alla
costruzione di nuove colonie e di strade nei territori occupati della
Cisgiordania, all’isolamento ed assedio di Gaza, alla continua
umiliazione dei check point che limitano ai palestinesi il diritto alla
libera circolazione sulla propria terra, all’occupazione che ormai da
40 anni sta opprimendo il popolo palestinese, alla continua
appropriazione illegale di acqua e terra.
Pensiamo che sia necessario che anche nel nostro territorio si avviino
forme di sensibilizzazione della cittadinanza sull’oppressione
coloniale in atto in Palestina e perché sia impedito ad aziende
italiane o israeliane situate nel nostro ambito territoriale di operare
in attività direttamente legate all’occupazione e alla repressione del
popolo palestinese, come per esempio il commercio di prodotti agricoli,
ma non solo, provenienti dalle colonie illegali.
A questo riguardo ricordiamo che già governi e istituzioni estere hanno
preso provvedimenti su questo tema: la campagna di boicottaggio delle
merci provenienti dai territori occupati e dalle alture del Golan e
contrassegnati illegalmente “Made in Israel”, per esempio, parte
direttamente dall’interno della stessa Israele per opera di gruppi di
ebrei progressisti. Alcune catene di distribuzione inglesi hanno
aderito a questa posizione, spingendo lo stesso governo britannico a
proibire la vendita di questi prodotti sul territorio del Regno Unito.
Questo esempio, uno tra i tanti, potrebbe essere di stimolo per tutti
gli amministratori, anche locali, per porsi seriamente le questioni del
boicottaggio di merci prodotte senza il rispetto dei diritti umani
essenziali.
Rifiutiamo per ultimo qualunque forma di equidistanza tra le parti in
conflitto e chiediamo alla Regione Toscana di porre fine a tutte
quelle forme di collaborazione con Israele o istituzioni ad esse
collegate, che non riconoscano nelle istituzioni palestinesi e negli
organismi indipendenti i principali interlocutori quando vadano a
interessare diritti fondamentali della popolazione palestinese, senza
riconoscere a questa alcuna sovranità, come per esempio l’accordo
tuttora operativo che porta a finanziare con denaro pubblico del
contribuente toscano alcune strutture sanitarie israeliane incaricate
di occuparsi, dietro lauto compenso e con esiti dubbi, della salute dei
palestinesi.
Ci impegniamo quindi a sostenere anche in ambito istituzionale la
campagna internazionale di boicottaggio disinvestimento e sanzioni
(BDS) nei confronti di Israele”.