Roberto
Barocci lascia Rifondazione Si unisce all’appello di
“Perunaltratoscana” che invita ad annullare le schede per combattere
«il duopolio reazionario Pd-Pdl»
GROSSETO 24 marzo 2010. «Annullate la
scheda elettorale per le elezioni regionali del 28 e 29 marzo».
L’appello arriva da “Perunaltratoscana”, movimento nato dall’iniziativa
di un gruppo di cittadini di tutte le province della Toscana «per
coordinare le realtà alternative e critiche e che si oppongono al
duopolio Pd-Pdl». Il gruppo grossetano si è presentato ufficialmente
ieri, spiegando in una conferenza stampa le ragioni del suo invito alla
protesta nell’urna: «La candidatura Rossi-Faenzi (insieme ai candidati
delle altre liste) per le posizione analoghe sulla gestione privata
dell’acqua, sugli inceneritori, sui rigassificatori, sulle politiche
precarie del lavoro, sulle politiche sui migranti, sono sostanzialmente
interscambiabili. L’innalzamento al 4% dello sbarramento elettorale, e
l’aumento a 1200 firme per provincia (2300 per Firenze) per la
presentazione delle liste alle regionali, sono provvedimenti voluti dal
Pd Toscano, per restringere gli spazi di democrazia, che fanno il paio
con la chiusura degli spazi dei dibattiti televisivi voluta dal governo
Pdl», dicono.
«Per questi motivi, per l’assenza di una sostanziale alternativa,
invitiamo tutti i cittadini che non sopportano più il decadimento
morale e la corruzione legata al potere Pd-Pdl, a partecipare alle
elezioni e ad annullare il proprio voto. Recarsi alle urne significa
rispetto della nostra democrazia, annullare il voto significa esprimere
consapevolmente il rifiuto di quel modo di fare politica».
In Maremma Perunaltratoscana si presenta con i volti, tra gli altri, di
persone già note per il loro impegno politico (quasi sempre a sinistra)
oggi evidentemente deluso: Paola Tamanti, Enrico Calossi, Daniela
Pasini, Graziana Petri, Fabrizio Randazzo, Il movimento 5 Stelle di
Grosseto che aderisce all’appello.
Ma soprattutto, a destare impressione è l’adesione all’appello per la
scheda nulla di Roberto Barocci, da decenni punto di riferimento, e
anima ambientalista, del Pci prima e di Rifondazione poi. Con questa
scelta di campo Barocci abbandona il partito, al quale ha presentato le
dimissioni. Da tempo “sopportato a fatica” dai suoi stessi compagni per
le sue ostinate battaglie sul tema dei rifiuti, Barocci ha ritenuto
insopportabile l’accordo regionale stretto dal suo (ex) partito con un
Pd che vuole gli inceneritori e che - soprattutto - teorizza e mette in
atto l’accorpamento dei servizi pubblici («acqua, trasporti, gas,
rifiuti»), negli Ato provinciali o interprovinciali, «strutturando
società di gestione, favorite dal Pd con mezzi molto spesso
illegittimi, al fine di realizzare di fatto monopoli in settori a
domanda rigida, per il tipo di bisogni primari soddisfatti».
Scelte che Barocci non condivide, e per questo se ne va dal Prc. Per
qualcuno forse un sollievo, per altri un profondo dispiacere. Anche se
è certo - e lui stesso lo conferma - che, dentro o fuori da un partito,
le sue battaglie continueranno.