Contro la crisi per la difesa dell’ambiente e del territorio
La vicenda dei bidoni "persi" 17 dicembre dalla nave Grimaldi nei pressi dell’isola di Gorgona è inquietante e paradigmatica, se non altro perché va ben al di là dei confini di una questione locale e coinvolge non solo la sopravvivenza del mare e della nostra costa, ma la salute dei cittadini, importanti aspetti economici legati alle attività del mare e non solo.
Sui fondali nei pressi dell’isola di Gorgona, non lontano dalla zona dove dovrebbe essere installata la famigerata piattaforma off shore, giacciono delle vere e proprie bombe ecologiche, in grado di danneggiare in modo pesante e irreparabile la salute del mare e degli abitanti della costa come di tutti quelli che intendono a continuare vivere il mare in tutti i suoi aspetti, compreso quello turistico balneare. E’ durato per giorni il silenzio colpevole di coloro che avevano la responsabilità in primo luogo di informare i cittadini sull’incidente e sulle sue potenziali conseguenze, a partire dalla compagnia "Grimaldi" di Venezia fino ad arrivare al sindaco e alle istituzioni locali, Capitaneria, prefettura e comuni di Livorno e di Pisa..
L’assoluta indifferenza delle autorità dimostra ancora una volta che per loro l’ambiente e la salute di tutti non contano nulla di fronte al profitto di pochi. Del resto non si contano più i progetti devastanti che Regione, Provincia e Comune vogliono imporre al nostro territorio: rigassificatore offshore, inceneritore di area vasta, centrali a biomasse, megadiscariche, impianti il più delle volte autorizzati con procedure di dubbia regolarità e senza nessun riguardo per la sicurezza dei livornesi e il rispetto dell’ambiente.
Nello stesso tempo non solo non sembra esistere alcuna concezione dei beni comuni, a partire dal mare, dall’acqua, dall’aria stessa, per non parlare della salute e della qualità del vivere, ma è sempre più diffusa, a dispetto dei risultati dei referendum sull’acqua pubblica, la convinzione che privatizzare è bello, giusto, inevitabile, e segnali allarmanti in questo senso, e perfettamente in linea con le politiche nazionali del governo Monti, vengono dai settori delle ex municipalizzate, tutte in procinto di essere appaltate, a partire dalla gestione del gas, dell’acqua stessa, per non parlare del settore trasporti e di quello dei rifiuti.
L’ambiente è sempre più svenduto e considerato solo in termini di profitto , e non sono tollerate contrapposizioni a questo dogma, l'esempio più eclatante è quello degli arresti contro i manifestanti NoTav che vuole colpire il movimento che più di tutti oggi denuncia e smaschera il sostegno della politica alle imprese e ai profitti privati attraverso l'impiego di denaro pubblico per grandi opere inutili e costosissime ed evidenzia l'incompatibilità di queste opere e della loro gestione con la democrazia e la partecipazione popolare e l’ambiente.
Queste sono le risposte alla crisi e al problema del debito che i nostri governanti locali e nazionali sono in grado di dare.
Per questo scendiamo in piazza il 18 febbraio: concentramento in piazza civica a Livorno alle ore 15,00
RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA CITTA’ E IL NOSTRO MARE.
DICIAMO NO ALLO SFRUTTAMENTO DEL TERRITORIO E DELLE NOSTRE VITE
IN FUNZIONE DEL PROFITTO DI POCHI
Per la liberazione di tutti gli arrestati e per ribadire il No al progetto devastante del Tav: il 25 febbraio tutti e tutte in Val di Susa