CHI DEVE
SCARICARE LE NAVI?
Nessun dubbio
sul fatto che l'economia trainante del nostro
territorio sia il lavoro portuale sopratutto da
quando la scelta politica nazionale di
azzeramento della partecipazioni statali ha
smantellato di fatto la presenza massiccia
dell'industria.
E allora, se questa è la premessa,
com'è che in questa fase pre-elettorale nessuno,
diciamo NESSUNO, entra nel merito se non con
slogan e frasi fatte?
In realtà c'è parecchia confusione
sotto le stelle e molti sono i rischi per i
nostri lavoratori del porto e dell'indotto.
A Savona, per esempio, ma
anche in altri scali, i cargo non vengono più
sbarcati dai portuali del luogo, ma dal
personale di bordo. Anche se apparentemente
insignificante, questa pratica, qualora si
dovesse diffondere, potrebbe risultare
disastrosa sopratutto per i nostri lavoratori e
per tutto il nostro territorio.
Con il meccanismo
dell'autoproduzione, lo sbarco delle navi
sarebbe eseguito, come a Savona, dal personale
di bordo del quale non conosciamo, ad esempio,
la preparazione in termini di sicurezza.
Ma soprattutto, se essa non dovesse essere
bloccata, avrebbe come conseguenza la messa a
rischio di centinaia di posti di lavoro.
I lavoratori potrebbero essere
sostituiti con altri, imbarcati con bandiere di
comodo, pagati poche centinaia di euro.
Un'evoluzione dei processi lavorativi che
produrrebbe un livellamento verso il basso degli
standard richiesti in termini di competenza,
professionalità, sicurezza.
Certo, il meccanismo
dell'autoproduzione è riconosciuto dall'art.16
della L. 84/94 e successivo decreto 585/95, ma
questo territorio non può permettersi di perdere
né posti di lavoro, né la qualità
indiscussa delle prestazioni che il nostro
scalo è in grado di offrire.
Altro che Grandi Opere e progetti
megagalattici (peraltro già vecchi prima di
nascere) invasivi e devastanti dal punto
di vista ambientale.
Altro che privatizzazioni.
Noi riteniamo veramente necessario
un cambio di passo sui trasporti e sulle grandi
opere.
Riteniamo necessario per l'oggi,
ma sopratutto per il domani, per i nostri figli,
che si dia la priorità non al profitto di questo
o quell'armatore, ma alla qualità del lavoro,
della sicurezza, della salute, dell'ambiente.
Pertanto auspichiamo che il
commissariamento del nostro porto sia superato
nel minor tempo possibile e che coloro che
avranno, in futuro, responsabilità non solo
amministrative, ma anche e sopratutto politiche,
si adoperino e si impegnino fin da oggi in tal
senso per ottenere una regolamentazione chiara e
precisa che non consenta queste pratiche.
Sinistra Anticapitalista
Livorno – 12/03/19 |