Diritti per i migranti! Stop alle bombe! Sostegno alle rivoluzioni! No alle dittature e alle repressioni!


La politica di guerra – guidata da governi europei e Stati uniti, con la preziosa collaborazione dei governi “moderati” di Arabia saudita, Emirati arabi, Qatar... – ha assunto due facce in questi giorni: da una parte i bombardamenti sulla Libia e le altre misure militari, dall’altra la repressione di profughi e migranti, con il corollario di una retorica razzista sparsa a piene mani.
Le persone che si rivoltano e rivendicano libertà e democrazia, ipocritamente sostenute una volta che da sole hanno sconfitto i regimi appoggiati dagli stessi governi occidentali, una volta arrivati da questa parte del Mediterraneo sono considerati clandestine, illegali, destinate ad essere rinchiusi in tendopoli precarie, pronte ad essere identificati per decidere nel frattempo che fare di loro: espellerli per rispedirli da dove sono arrivati oppure riconoscergli lo status temporaneo di profugo, magari per qualche mese o anno… oppure renderli funzionali alle esigenze dell'economia di mercato dell’occidente “democratico”, con qualche posizione precaria, “clandestina”, ricattabile.

Il governo italiano è come sempre in prima fila nelle politiche di “respingimento” a partire dai respingimenti in mare contro ogni norma internazionale, per arrivare agli accordi con i dittatori (i “pazzi” come Gheddafi, o più presentabili come Ben Alì) perché facessero il lavoro sporco per l’Italia e l’Unione europea, attraverso la costruzione di campi di concentramento sul suolo africano e il pattugliamento marino.
Oggi giocano con la vita e la dignità di migliaia di persone, creando l' “emergenza” Lampedusa per poter gridare all’invasione, per poter giustificare l’intervento militare e allo stesso tempo una rinnovata presenza di controllo del Mediterraneo. La visita elettorale di Berlusconi rappresenta oggi l’ennesima presa in giro del “partito del fare” che vuole buttare fumo in faccia a lampedusane/i e all'opinione pubblica italiana.
Emergenza? Come ci indica il Forum dei diritti economici e sociali tunisino “la Tunisia ha affrontato questa emergenza, basandosi sui propri mezzi e attraverso una campagna di solidarietà attivata soprattutto dai cittadini tunisini senza nessuna lamentela e senza chiedere alcun aiuto alla comunità internazionale, ai cittadini, agli Stati o agli organismi internazionali”.

Il nostro deciso no alla guerra e all’intervento militare è anche un deciso sostegno alle rivoluzioni arabe. Ci  associamo alle richieste che dall’interno di quei paesi chiedono l’interruzione dell'attuazione degli accordi sulle questioni migratorie che sono stati stipulati con gli ex-regimi dittatoriali contro i diritti dei loro stessi cittadini e ci  e un impegnoiamo alla lotta contro lo “status” di clandestino che riconosca a tutte/i la libertà di circolazione, affinché scompaia una volta per tutte il permesso di soggiorno vincolato al contratto di lavoro. Solo così  si valorizzano i diritti di cittadinanza per la rottura del meccanismo che consente lo sfruttamento di manodopera a basso costo, da utilizzare come merce, ad uso e consumo di chi estorce lavoro altrui per arricchirsi sempre più. È una battaglia contro la precarietà della cittadinanza dei migranti imposta dall’Europa, per il riconoscimento del permesso di soggiorno per tutti, né temporaneo né ad intermittenza.

Per quanto riguarda l’attuale “emergenza” italiana vogliamo che i migranti imprigionati a Lampedusa e in altre tendopoli e in simili precarie sistemazioni siano lasciati liberi di trasferirsi nelle altre regioni italiane o europee dove si possano offrire loro condizioni di vita che rispettino la dignità umana,  e si attui la  protezione dei rifugiati politici secondo quanto stabilito dalle leggi internazionali.

Non esistono C.I.E buoni e/o democratici
I circoli di Sinistra Critica si rendono disponibili all’accoglienza e all’attivazione di reti di sostegno e protezione per i migranti che riusciranno sfuggire a queste prigioni neo-coloniali


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