20 11 2008 Comunicato di Sinistra Critica Livorno: Attenti alle manovre di Matteoli sul porto di Livorno
Premesso che la crisi finanziaria che il mondo sta
attraversando è il portato di scelte politiche ed economiche sbagliate;
che l’errore di quelle scelte sta nella mancata valorizzazione del lavoro a
vantaggio
della speculazione e della rendita;
che questa crisi evidenzia perciò l’urgenza di ristabilire la giusta priorità
del valore del lavoro;
che questa crisi si è trasferita dalla finanza all’economia reale e che siamo
ormai in recessione e il nostro territorio risulta particolarmente colpito
poiché questa crisi è giunta quando ancora non eravamo usciti da quella frutto
dello smantellamento delle partecipazioni statali;
che nel nostro territorio si sono fatte scelte di politica economica di “corto
respiro” inadeguate al contesto ed alla prospettiva., due esempi per tutti : la
mancata diversificazione delle attività portuali, puntando prevalentemente
sulla movimentazione auto, e la speculazione economica-finanziaria dell'area ex
cantiere,
In questo quadro, non stupisce affatto che il Ministro Matteoli tenti di
strumentalizzare le frizioni, “storiche”, tra operatori del Porto. E’ proprio nel Porto infatti che risiede, per vocazione
del territorio, il cuore della nostra economia.
Il Ministro ha un obiettivo chiaro: la privatizzazione selvaggia delle
banchine
– che significa guerra al massimo ribasso sulle tariffe (ovviamente a
discapito
del lavoro) e il ricorso alla manodopera interinale fuori dall’ambito
portuale. In sostanza non ci sarebbero più agenzie in porto in
grado di collocare lavoratori e lavoratrici formate adeguatamente
attraverso
l'esperienza, con un abbassamento, com’ è facilmente prevedibile, della
sicurezza sul lavoro individuale e collettiva.
Il nostro porto ha una capacità produttiva che è frutto di quanto, coloro che
lo hanno gestito fino ad oggi, hanno investito in infrastrutture e logistica,
in progettazione. Che il Governo pensi alle infrastrutture, che gli operatori
pensino a piani d’impresa di qualità con produzioni diversificate.
Una guerra tra poveri non giova a nessuno, tanto meno ai lavoratori e alle
lavoratrici.
Chiunque cerchi di fomentrla strumentalmente, per devastare definitivamente un
mercato del lavoro già abbondantemente destrutturato , deve trovare IL MURO.
Questo è il momento di trovare soluzioni condivise che salvaguardino il lavoro
nella sua quantità, ma soprattutto, alla luce delle ultime morti sul
lavoro, negli ultimi giorni nella sua qualità.