Rivendichiamo gli obbiettivi della difesa dei lavoratori e dei diritti civili, Costruiamo l'opposizione sociale, ricostruiamo la sinistra

Le elezioni di aprile e la vittoria di Alemanno a Roma segnano la chiusura di un ciclo della sinistra e un’uscita a destra dalla lunga transizione italiana.
Le destre capitanate da Berlusconi vincono con i numeri e nella società, consolidando un blocco sociale e una presa “culturale” sul paese – regressiva, individualista e intollerante  – che costituisce a suo modo una risposta alla crisi economica.
Lo stesso voto alla Lega, la vera vincitrice delle elezioni, rappresenta una risposta “radicale e di massa” alla crisi ed alle scelte liberiste del Pd, basata su soluzioni localiste e tendenzialmente xenofobe che innestano nuove guerre tra poveri.
Il Pd, al pari della sinistra, esce sconfitto dal voto e si consegna a uno “splendido isolamento”. Veltroni ottiene lo svuotamento della sinistra ma non sfonda al centro e contemporaneamente perde una città importante come la Capitale. Non solo, ma i suoi rapporti consolidati con la borghesia italiana vengono messi in difficoltà e il fronte sindacale che l’ha sostenuto va in crisi. Il PD sul piano politico, ha dunque pochi margini di azione.
A sinistra c’è la catastrofe: a venire sconfessata è l’idea di una compatibilità e di una prospettiva di governo con il PD, in alleanza cioè con settori della borghesia italiana.
La ricostruzione della sinistra diventa l’imperativo dell’oggi.
Bisogna ricordare che nessuna vittoria è mai stata ottenuta in parlamento senza un forte movimento di lotta nel paese, nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle piazze. Nei prossimi mesi la drammatica diminuzione del potere d'acquisto dei salari si aggraverà, così come aumenterà il lavoro precario e peggioreranno di concerto le condizioni della sicurezza sul lavoro: si deve ricominciare da qui e si ricomincia dall’impegno nel movimento ed in tutti i luoghi in cui si manifesta il conflitto.
Per questo dobbiamo dare vita ad una Costituente della sinistra di classe e anticapitalista che abbia due coordinate ben precise:
* La centralità del radicamento sociale e delle pratiche di       lotta e di movimento;
* la nettezza della questione governativa con      l’indipendenza assoluta dal Pd e l’indisponibilità a farsi    coinvolgere nella governabilità dell’esistente.
Serve un progetto di movimento e di opposizione sociale con una sua piattaforma coinvolgente in particolare su precarietà, salario, diritti, sicurezza lavoro, prezzi, ma che sappia incarnare almeno altri tre grandi temi: la lotta alla guerra, la difesa ecologica del territorio, l’opposizione alle ingerenze vaticane e per i diritti civili.
Un progetto di movimento per resistere allo “tsunami” delle destre e far ripartire una prospettiva nuova.

 Sinistra Critica  coordinamento livornese