Cara Luana,
ho ricevuto ieri, via sms, l'invito a partecipare al direttivo del circolo Centro. Nel ringraziarti, vorrei comunicarti che mi è impossibile partecipare a causa di impegni di lavoro poiché sono in servizio nel turno pomeridiano di giovedì.
Approfitto comunque dell'occasione per comunicare a te ed agli altri compagni, ai quali ti prego di leggere questa lettera, le mie dimissioni sia dal circolo che dal partito.
Come saprai ormai da tempo mi unisce ai compagni di Sinistra Critica una comunanza di analisi e di posizioni politiche, pertanto con essi ho condiviso la decisione presa a livello nazionale il 9 dicembre 2007 a Roma di considerare chiusa l'esperienza nel PRC. Questa decisione non non mi risulta certo affettivamente neutra ed anzi è stata assunta con una certa amarezza da uno come me che fa parte del PRC dal 1994, prima a Pistoia nel circolo Centro e poi, dal 1996, a Livorno nei circoli Porto e Centro. In questi luoghi ho attraversato esperienze politiche ed umane difficilmente cancellabili, ho difeso il partito nel 1998 quando era colpito dalla scissione di Cossutta e Di Liberto ed attaccato dalle mille prefiche del centro sinistra. Ma soprattutto ho conosciuto donne e uomini animati da una ferma volontà di lotta contro l'ingiustizia, da una meravigliosa risolutezza a non arrendersi alla ineluttabilità di questo sistema mondiale e quindi costruire un'alternativa al capitalismo attraverso il mantenimento e lo sviluppo della soggettività comunista. Tuttavia i motivi di disaccordo politico con l'attuale linea del partito e soprattutto la scelta di non partecipare alla sua attuale deriva socialdemocratica mi hanno costretto a questa decisione.
La strategia inaugurata con il congresso di Venezia, che comunque mi ha sempre visto in disaccordo, è ormai giunta alla sua scontata maturazione e lungi dal produrre frutti positivi per la causa dei lavoratori e per quella della pace e dell'internazionalismo si è risolta in una lunga serie di fallimenti ed arretramenti.
La controriforma delle pensioni è una realtà deludente davanti a tutti e a fronte di un lieve addolcimento dello scalone è riuscita addirittura in diversi punti a peggiorare la controriforma Maroni.
La legge sul welfare ha mantenuto praticamente tutto l'impianto della legge 30 lasciando in vita tutte quelle norme che consentono al precariato di attecchire e proliferare, lasciandoci timori ed insicurezze sul futuro delle nuove generazioni. Si è riusciti in questo campo, almeno in un punto, a fare peggio del governo Berlusconi detassando gli straordinari; oltre a tutti gli altri effetti negativi per chi vive di lavoro non si neghi, almeno tra comunisti, che precarietà e straordinari aumentano il rischio di infortuni.
In politica estera siamo riusciti a votare ben ben due volte il rifinanziamento della missione in Afghanistan, ad avviare una nuova missione in Libano, a mantenere i rapporti di collaborazione militare con il sionismo e con l'imperialismo guerrafondaio americano: la concessione a quest'ultimo della base di Vicenza è uno degli aspetti più odiosi. In due anni le spese militari sono aumentate di 23 miliardi di Euro. In questo ambito mi ha colpito negativamente soprattutto l'espulsione del compagno Turigliatto il quale ha avuto la sola colpa di avere correttamente portato avanti le posizioni politiche propugnate per anni insieme a tutti gli altri membri del PRC e per riaffermare le quali era stato eletto.
Avrei decine e decine di argomenti da esporre a sostegno della mia decisione ( basti guardare le due finanziarie approvate) ma non voglio sottrarti altro tempo. Nel complesso penso che la deriva governista del partito abbia contribuito ad idebolire i movimenti e contribuito a frenare l'opposizione sociale a questo sistema capitalistico e globalizzato.
In questi ultimi anni ho visto un partito sempre più appiattito sulle attività istituzionali, attività che si sarebbero dovute considerare importanti si, ma secondarie.
L'adesione ad un progetto governista e socialdemocratico come quello de “la sinistra, l'arcobaleno” è un ulteriore passo verso l'abbandono definitivo di qualsiasi pratica di alternativa per scivolare verso la più o meno supina accettazione della teoria e della prassi dell' “ alternanza” , colpendo al cuore la motivazione di decine di migliaia di militanti che in tutti questi anni aveno inteso stringersi intorno ad un disegno anticapitalista, attraverso il mentenimento di una soggettività comunista.
Infine penso che cambiamenti che implicano la trasformazione della natura più intima di un partito come il PRC si sarebbero dovuti discutere a lungo nella maniera più approfondita possibile come minimo nell'ambito di un congresso. Ed invece non solo siamo andati avanti solo tramite le decisioni dell'attuale dirigenza, ma addirittura si è rinviato il congresso già programmato ad una data in cui ormai i giochi saranno compiuti.
La mia uscita dal partito insieme ai compagni di Sinistra Critica per perseguire un progetto di aggregazione per l' opposizione sociale e politica anticapitalistica ed alternativa non potrà cert significare la rottura dei rapporti personali e nemmeno politici con i compagni che per ora restano nel PRC, con i quali anzi sono sicuro che troveremo momenti di condivisione, di unità d'azione e di lotta.
Saluti Comunisti
Lillo