2/7/2009Sul disastro ferroviario a Viareggio
Quanto
accaduto a Viareggio, tra lunedì e martedì notte, oltre ad essere di
una drammaticità unica è un qualcosa che forse si poteva evitare.
Rifiutiamoil termine “fatalità” usato impropriamente anche da uomini
istituzionalicome il presidente della camera. Quello che è accaduto a
Viareggio è ilterzo incidente ferroviario in Toscana nel giro di
neanche un mese, dopoquelli di Migliarino S. Rossore e Prato. Parlare
di fatalità vuol dire nontenere conto delle tante denunce fatte negli
anni dai lavoratori delleferrovie che hanno sempre lottato per una
maggiore sicurezza, contro i taglidel personale e contro i tagli alla
manutenzione. Ogni qualvolta i sindacati delle ferrovie proclamano uno
sciopero i mezzi d'informazione invece di sottolinearne le motivazioni
preferiscono, in modo strumentale, evidenziare i disagi degli utenti
del servizio. Quanto accaduto a Viareggio è una tragedia
annunciata figlia delle più perverse logiche di profitto.
Iltentativo di fare ricadere le responsabilità sul macchinista,
(l'errore umano), è miseramente fallito. L'asse del carro corroso e
arrugginito ci dice in modo palese come si risparmi su manutenzione e
controlli. E'iniziato immediatamente lo scaricabarile delle
responsabilità tra TreniItalia e la multinazionale americana con sede
in Austria che costruiscequesti carri in Polonia su chi deve effettuare
la manutenzione. La causa principale della tragedia di Viareggio è
l'inadeguatezza dei controlli,spesso solo formali, a fronte della
liberalizzazione dei binari e dell'incessante aumento di carri privati
in leasing. Scontiamo anni di “cultura liberista”, di privatizzazione
selvaggia, di smantellamento. Un tempo circolavano solo vagoni merci
delle ferrovie italiane e francesi sempre sotto controllo pubblico. Non
è accettabile che delle vere e proprie bombe circolino senza controllo
nei centri urbani. In molti in queste ore si chiedono che cosa sarebbe
successo se al posto del GPL vi fossero state scorie nucleari, visto e
considerato che il nostro paese sembra riavviarsi verso la
nuclearizzazione. Ci chiediamo anche se fossero stati
fattiulteriori tagli al personale (come annunciati) e la stazione fosse
stata automatizzata senza il capostazione chi avrebbe
fermato i due convogli di passeggeri diretti a Viareggio. La tragedia
avrebbe potuto assumere dimensioni ancor più grosse per questo ci
sentiamo di esprimere la nostra vicinanza a tutti i lavoratori delle
ferrovie che lottano per pretendere una maggiore sicurezza per se e per
tutti i cittadini. Servono scelte politiche ed economiche
diametralmente diverse da quelle portate avanti dai governi che si sono
susseguiti finora. Non serve buttare denaro pubblico nella TAV o sul
ponte sullo stretto ma occorre spendere sulla sicurezza. Le passerelle
strumentali
e ciniche dei politicanti, in primis del presidente del consiglio
Silvio Berlusconi sono qualcosa di disgustoso che hanno fatto irritare
non poco i cittadini di Viareggio che lo hanno spontaneamente
contestato. Cosi come all'Aquila il presidente del consiglio ha cercato
di usare il dolore per i propri torna conto politici.
La
città di Viareggio ha subito un duro colpo e a farne le spese sono
stati come sempre lavoratrici e lavoratori italiani o
stranieri che siano perché ad essere colpite sono state palazzine site
in quartieri popolari. Teniamo inoltre a sottolineare, cosa che non sta
facendo nessuno, come intorno alla linea ferroviaria ci fossero
accampamenti di migranti non regolari. A causa dell'assenza di
documenti, ovviamente queste persone non possono risultare nel
conteggio dei dispersi.