2 agosto 2011
Comunicato Unitario Sull'Emergenza Abitativa A Livorno
A qualche giorno dall’occupazione della vecchia Circoscrizione 1 in via delle Sorgenti, ci preme puntualizzare alcune questioni.
Dobbiamo
innanzitutto chiarire ancora una volta che l’atto dell’occupazione
della Circoscrizione non può e non deve essere visto nè come un sorpasso
sui diritti degli altri nè essere oggetto di denunce e sgomberi.
Non
ci troviamo di fronte all’occupazione di un alloggio ERP ma di un
immobile sfitto da tempo e che rientrerà solo in futuro nei piani
dell’amministrazione e della Circoscrizione 1: infatti dopo l’estate
dovrà ospitare la logistica del censimento ed in seguito un gruppo di
associazioni.
Questo ci rasserena perché sono ancora troppi i locali
pubblici chiusi e dimenticati in un momento in cui l’emergenza
abitativa dovrebbe essere un punto cruciale dell’agenda cittadina:
affrontare il problema con i vigili e le denunce come ha fatto
l’amministrazione con lo sgombero dell’ex ambulatorio di via Bonomo
(occupato da una delle tre famiglie poi trasferitesi in via delle
Sorgenti) non risolve né il problema particolare di chi è costretto a
sfondare una porta per avere un tetto sopra la testa né il problema
strutturale delle risorse pubbliche che mancano sempre.
Non tutti
hanno la forza di compiere un gesto come l’occupazione, ed è giusto che
si sappia che nel caso di questi giorni questa è nata dal silenzio
totale delle istituzioni: sfidiamo chiunque a comportarsi altrimenti se
dagli uffici comunali ti avessero detto che, anche se ti spetta, la casa
popolare non c’è ed un posto in emergenza abitativa neanche.
Alla luce di questo è giusto chiedersi:
perché negli ultimi anni sono state vendute centinaia di case popolari?
perché
è stata recentemente venduta Casa Firenze, fiore all’occhiello
dell’emergenza abitativa, e proprio in un momento di crisi?
perché non sono ancora stati adibiti i locali ad uso diverso ad emergenza abitativa?
perché l’iter per l’acquisizione e la riconversione delle caserme sfitte è stato annunciato più volte ma non è mai partito?
Perché
occuparsi seriamente di casa ha un costo, mentre svendere i beni
pubblici ed evitare ristrutturazioni ed ampliamenti è evidentemente
molto più facile.
Peccato però che lo smantellamento del patrimonio
immobiliare da circa 12000 unità abitative a 7-8000 coincida con i
progressivi impoverimento e precarietà dei cittadini.
L’Amministrazione
ha sottovalutato il problema per anni ed ora ci ritroviamo a dover
difendere le famiglie quasi caso per caso quando dovrebbe essere un
problema di chi governa questa città: se non si riescono a gestire tre
singoli casi è evidente che la questione ha un grado di complessità di
cento volte maggiore
Si smetta quindi di creare clamore per il furbo
col Suv che abita nella casa popolare: la gente sa bene che la casa è
il primo problema da risolvere ed il primo bene da tenersi stretto.
Non
si stupiscano allora Comune e Casalp che ci sia qualcuno che se
n’approfitta in alto come qualcuno che non ce la fa a pagare davvero
neanche l’affitto minimo: ogni volta che si punta il dito sul troppo
ricco o sul troppo povero lo si fa perché evidenziando gli estremi si
evita di ragionare del nocciolo del problema, che è il restante 99%. Si
smetta di puntare il dito e si cominci a lavorare, invece di costringere
la gente a fare da sola quello che dovrebbero fare le istituzioni, come
dimostrano i fatti recenti.
Chiediamo quindi
che
vengano attrezzate da subito nuove strutture per l’emergenza abitativa,
visto che saranno almeno una ventina le famiglie sotto sfratto a
settembre ed alle quali deve esser data una risposta.
che vengano
identificati gli immobili di proprietà pubblica in grado di esser
adibiti a civile abitazione o ad emergenza abitativa e che partano
subito gli iter necessari alla loro conversione.
che vengano messi a
norma di corsa i circa 100 alloggi ERP che attendono una
ristrutturazione, e che i 60 usati per i piani di recupero vengano usati
come soluzione tampone.
che si cominci a parlare seriamente di
cambiare i criteri per l’assegnazione delle case popolari: la legge che
li regola è vecchia di vent’anni e la fascia giovane (e anche più
precaria) dei cittadini è di fatto molto spesso esclusa dal diritto alla
casa.
che si studi un freno alla speculazione edilizia: se
nonostante l’aumento di domanda le case private sfitte sono circa 8000
qualcosa vorrà pur dire.
L’occupazione da parte delle tre
famiglie non può e non deve esser pensata come un gesto isolato compiuto
da poveri: le cifre parlano chiaro e ci dicono che su 931 sfratti
eseguiti l’anno scorso, 541 erano per morosità. È facile asserire che i
poveri ed i precari siano molti di più: lo testimoniano per esempio le
1500 domande per l’accesso all’edilizia popolare e le centinaia di
nuclei familiari che non otterranno un aiuto all’affitto.
Lo si
può immaginare anche perché le maggiori fonti di reddito sono
prevalentemente a tempo determinato, part-time o a progetto.
Basta
guardare il complesso di Porta a Terra, luogo simbolo della
trasformazione economica cittadina voluta dall’amministrazione: chi
lavora da quelle parti, se deve mantenere una famiglia, spesso entra di
diritto in quella fetta di popolazione che l’Istat, nel rapporto annuale
sulle condizioni di vita nel 2010, ha definito povera. Se Porta a Mare e
Nuovo Centro porteranno gli stessi benefici, chi governa si deve
mettere bene in testa che questa città non può reggere un’ulteriore
precarizzazione delle condizioni di vita lavorative senza un concreto
soddisfacimento dei bisogni essenziali. La casa è uno di questi e non è
proprio l’ultimo, anzi.
Ci auguravamo , vista anche la mancanza di
soluzioni alternative, che le tre famiglie ospiti della vecchia
circoscrizione 1 rimanessero lì il tempo necessario a trovar loro un
posto dignitoso in cui vivere ma ad oggi l'unica certezza che hanno
ricevuto dall'amministrazione è che a settembre dovranno lasciare la
circoscrizione senza nessuna destinazione assicurata!!!
Tutto ciò ci
allibisce e ci lascia senza parole, ennesima dimostrazione di
inefficienza, negligenza ed incapacità del comune di risolvere i
problemi relativi ai bisogni di base.
Unione Inquilini
Csa Godzilla
TeatrOfficina Refugio
Centro Politico 1921
Partito della Rifondazione Comunista
Unione Sindacale di Base
Federazione Anarchica Livornese
Sinistra Critica
Vertenza Livorno
Ass. Don Nesi