Gas serra siamo vicini al punto di non ritorno: abbattere il capitalismo per evitare la catastrofe climatica


Ieri , 2 novembre 2014, l’ONU ha lanciato l’allarme sull’incremento dei Gas serra nell’atmosfera che ha raggiunto le concentrazioni più alte degli ultimi 800.000 anni.

Questo significa che con questo ritmo presto si supererà un aumento di temperatura di quasi 2 gradi che comporterà un cambiamento climatico irreversibile con conseguenze devastanti per il pianeta.

Nonostante questi dati in Europa è stato raggiunto un accordo sulla questione Clima-Energia che non solo non tiene conto di questa situazione ma che, anzi, guarda più al risultato economico che alle condizioni del clima e al suo stato.

Infatti i primi ad essere contenti sono stati irresponsabilmente la Confindustria e le lobby dell’energia. Si prevede un pacchetto che ha obbiettivi di riduzione di emissioni di gas e di aumento delle rinnovabili, ma che una valenza solo teorica perché gli strumenti che si dà per raggiungerli sono strumenti che hanno già mostrato la loro inefficacia.

Si continua infatti a far credere che la risoluzione climatica passi solo attraverso uno sviluppo tecnologico delle energie rinnovabili e del rendimento energetico, lasciando questo compito ai produttori di energia attuali, quando questi sono il principale ostacolo alla difesa del clima.

Non a caso in questo pacchetto uno dei punti principali è centrato sullo sviluppo e la costruzione di nuovi corridoi per gli approvvigionamenti del gas proveniente dall’est e di incrementare la rigassificazione del gas naturale liquefatto e dei sistemi di stoccaggio.

Non si mette in discussione minimamente il sistema attuale dello sfruttamento dell’energia fossile, basato su miniere e centrali a carbone, campi petroliferi e raffinerie. Un tale approccio è normale perché la messa in discussione dell’attuale sistema comporterebbe la messa in discussione della stessa società capitalista basata sull'irrazionalità di una produzione funzionale ai soli profitti.

L’unico percorso credibile per la stabilizzazione del clima è l’esproprio delle lobby dei fossili, la trasformazione dell’energia in bene comune. Per fermare il disastro è indispensabile una pianificazione democratica che punti allasoppressione dei brevetti nel campo dell’energia, la lotta contro l’obsolescenza programmata dei prodotti, l’uscita dal tutto dal sistema di trasporto centrato sul automobile e sul trasporto privato, un’estensione dell’isolamento degli edifici, il riassorbimento della disoccupazione per mezzo della riduzione drastica e generalizzata del tempo di lavoro (senza perdita di salario), la soppressione delle produzioni inutili e nocive come gli armamenti (con riconversione e riqualificazione de/i/lle lavorat/ori/rici), la localizzazione della produzione e la sostituzione dell’agroindustria mondializzata con un’agricoltura contadina di prossimità funzionale non alla divisione della produzione internazionale imposta dall'imperialismo ma funzionale alla sopravvivenza e al benessere alimentare delle popolazioni.

Insomma è necessario un piano anticapitalista ed ecosocialista per evitare la catastrofe climatica , sopprimere la disoccupazione dando a tutte e tutti un reddito decente e una vita gradevole.


30/11/2014

Sinistra anticapitalista Livorno