Magna Guasticce (Livorno) UNA LOTTA LOCALE DAL VALORE EUROPEO!


Ciò che sta accadendo alla Magna è ormai chiaro a tutti. Niente più produzione di serrature ad alta tecnologia per la BMW, ma altri componenti per le gamme più basse che devono conseguentemente costare poco.
La nuova commessa che potrebbe portare 40 – 60 nuove assunzioni a tempo indeterminato e non, potrà essere conferita a Guasticce, ma anche in Germania o in Polonia dove il costo del lavoro è più basso e il regime fiscale è di favore.
Ma affinché possa essere aggiudicata a Guasticce i nuovi assunti dovranno rinunciare all’integrativo con una riduzione del salario di 300 €. Senza un accordo su questo punto la commessa verrebbe assegnata altrove e ciò comporterebbe la chiusura dell’azienda e la perdita di 700 posti di lavoro.
Un infame ricatto!
Gravissimo che la FIOM e la FIM abbiano firmato un accordo che accoglie totalmente le pretese padronali e nega al contempo i diritti conquistati (il contratto) senza provare neppure a mettere in piedi una resistenza in termini di lotta e di mobilitazione dei lavoratori.
In questo modo si dividono i lavoratori in lavoratori di serie A e B. mentre niente garantisce che tra un po di tempo lo stesso trattamento non venga esteso anche al resto dei lavoratori, così come niente garantisce che le produzioni non vengano ugualmente delocalizzate altrove.
Altrettanto grave è che per far passare l’accordo in assemblea sia stata tenuta fuori la rappresentanza dell’USB e negato lo strumento del referendum.
Sull’intera vicenda anche la Regione ha annunciato l’intenzione di intervenire con una qualche forma di sostegno all’azienda così come aveva già fatto allorquando aveva cercato, a suon di milioni, di stabilizzare 27 lavoratori senza pretendere dall’azienda ne vincoli e ne garanzie. In questo modo si continua ad elargire ai padroni risorse che inevitabilmente vengono sottratte alla spesa sociale senza alcuna certezza dei risultati.
Ma c’è un aspetto ancor più di fondo che rende l’azione delle Organizzazioni Sindacali Confederali in larga misura inefficace.
La Magna non è una piccola Start Up ai suoi primi passi, ma un’azienda che fa parte di una multinazionale che opera sul mercato mondiale dell’auto, in un contesto totalmente globalizzato e in una Europa dove si registrano enormi differenze nei trattamenti dei lavoratori e regimi fiscali di favore per le aziende.
In questo quadro mantenere la propria azione ancorata ad una dimensione esclusivamente nazionale, anziché internazionale, significa condannare i lavoratori al ricatto della concorrenza dei lavoratori di altri paesi a tutto vantaggio dei padroni e della finanza mondiale.
Con ciò vogliamo dire che non è ormai più rimandabile l’avvio di una grande battaglia unitaria di tutti i lavoratori europei per l’armonizzazione e l’uguaglianza dei loro trattamenti salariali e normativi. È solo così che si costruisce l’Europa dei lavoratori contro quella dei padroni e di banchieri. Ma altrettanto urgente è anche una battaglia per il contrasto alle delocalizzazioni che ponga limiti e vincoli normativi stringenti per le aziende fino al loro esproprio e alla loro nazionalizzazione sotto il controllo dei lavoratori.


SINISTRA ANTICAPITALISTA LIVORNO