Massimo Bertolini, dai GCR a oggi, una vita dalla parte dei lavoratori
Le compagne e i compagni del circolo Livorno-Piombino di Sinistra Anticapitalista ricordano il compagno di una vita scomparso il 20 gennaio [Lillo Cannarozzo]
Livorno 22 Gennaio 2024. Oggi è un giorno triste.
Abbiamo dovuto dare l’ultimo saluto al compagno
Massimo Bertolini che ci ha lasciato la mattina del 20
gennaio scorso. Massimo oltre a essere un compagno e
un carissimo amico era anche un punto di riferimento
per tutti noi grazie alle sue caratteristiche che
rendevano prezioso il suo contributo. Era riflessivo,
metodico, diligente, doti che lo rendevano disponibile
e pronto ad affrontare le questioni più complicate. La
passione politica e l’attaccamento all’utopia di un
mondo più giusto si declinavano in lui in un impegno
costante e metodico e quindi in un concreto beneficio
per l’azione politica della nostra organizzazione,
anche nei passaggi sociali e politici più difficili.
Con questo suo stile proficuo ha diretto a lungo il
nostro circolo e ha partecipato alla direzione della
nostra organizzazione a livello nazionale. Per questo
la sua mancanza costituisce una grave perdita per il
circolo livornese di Sinistra Anticapitalista e per
tutta l’organizzazione.
Ricordo bene il giorno in cui ci siamo conosciuti,
nella primavera del 1968, a casa di Bruno Bigazzi,
dove si riuniva il gruppo Comunista Rivoluzionario di
Livorno. Era prima del maggio francese, ma a Livorno
c’erano già state diverse occupazioni di scuole
superiori. A casa di Bruno lo trovai insieme ad altri
compagni; Era il periodo in cui i GCR, così si
chiamava allora la sezione italiana della Quarta
Internazionale avevano deciso di porre fine alla
tattica “entrista”, lui, 20 anni e io, 16, eravamo gli
unici a non essere mai stati iscritti al PCI, infatti
poco dopo lui fu il primo militante del GCR labronico
a non avere attraversato quell’esperienza e io il
secondo. Negli anni settanta ha dato un forte
contributo di discussione, direzione e impegno
concreto alle lotte e all’intervento politico che il
nostro collettivo affrontava in città, in particolare
nel circolo di “Iniziativa Operaia”. Quando, nella
seconda metà di quel decennio i GCR si evolsero nella
Lega Comunista Rivoluzionaria, diresse la nuova
organizzazione, a livello cittadino e nazionale, fino
la sua fusione con Democrazia Proletaria.
Eravamo giovani e avevamo grandi speranze e ideali
forti che lui, testardo com’era, ha continuato a
coltivare con la sua militanza fatta di serietà,
dedizione, meticolosità fino a ieri, cioè fino a
quando, circa un mese fa, la malattia è diventata
troppo invadente per consentirglielo.
Un “burbero benefico con la sua fedele pipa” così lo
ha definito una compagna in un suo messaggio dopo
avere appreso della sua morte.
Oggi è venuto meno un marxista rivoluzionario e saremo
in tante e tanti a ricordarci di lui e ci auguriamo
che il suo esempio contribuisca a suscitare nelle
generazioni future l’impegno necessario a cambiare
questa società e a fermare la catastrofe sociale,
ambientale, umana verso la quale il capitalismo sta
trascinando l’umanità.