Dal supplemento settimanale del quotidiano Corse-matin dell'8/5/09 :
intervista al sindacalista autonomista Alain Mosconi
( traduzione di Lillo Cannarozzo)
Elezioni Europee
"La Corsica deve finalmente farsi sentire a Bruxelles"
Il sindacalista Alain Mosconi si impegna per la prima volta sul terreno elettorale. Numero 3 nella lista del Nouveau Parti Anticapitaliste di Olivier Besancenot, aspira a coprire un terzo del mandato, secondo la regola dell'avvicendamento instaurata dall'NPA.
La sua prima tessera di lavoratore sindacalizzato nella CGT, Alain Mosconi l'ha sottoscritta quando era un giovane marinaio di 18 anni. Qualche mese dopo, la nascita dell'STC ( Sindacato dei Lavoratori Corsi) gli offriva l'opportunità di inserirsi in una organizzazione che rispondeva più da vicino alla sue aspirazioni ed alla sua visione di una Corsica che potesse legittimamente disporre di se stessa. Dieci anni più tardi, nel 1996, è stato eletto segretario nazionale di questo sindacato alla crescita del quale nel frattempo aveva grandemente contribuito, rafforzando la sua struttura e la sua influenza nell'isola. Questo successo può aver fatto spuntare le ali a uno il cui elemento naturale è il mare? Fatto sta che ha scelto di affrontare il suffragio in occasione delle prossime elezioni del parlamento europeo. Il che evidentemente di per se richiede qualche spiegazione.
D. Cosa la ha spinta a saltare il fossato fra battaglia sindacale e battaglia politica
A.M. Ho la convinzione che un'organizzazione sindacale non può limitarsi ad una visione professionale, ossia corporativista, di ciò che deve essere la nostra società. Attraverso la loro posta in gioco le elezioni europee mi sono parse un'occasione propizia non solo a far passare il nostro messaggio, ma anche a promuovere delle azioni incisive per la liberazione della Corsica.
Parlando di azioni, ossia di fatti, che possibilità avete di essere eletto essendo “solo“ al terzo posto nella lista dell'NPA per il sud-ovest?
In effetti a prima vista sembrerebbe difficile. Ma la regola dell'avvicendamento instaurata dall' NPA vuole che se ottenessimo un seggio, come speriamo, Roul Jennar, Myriam Combet, ed io svolgeremmo un terzo del mandato di deputato europeo ciascuno. In pratica il 7% dei voti mi assicurerebbero un seggio a Bruxelles per venti mesi.
D. Ha dovuto aderire all'NPA per essere inserito in questa lista?
Per niente. Ho l'etichetta di indipendente. Termine che mi si s'addice molto bene poichè il mio impegno si basa precisamente sulla volontà di vedere la mia isola aprirsi al mondo e svilupparsi a partire da una strategia di scambi con i suoi vicini del mediterraneo.
D. Ci torneremo sopra. Ma vediamo intanto perché e come siete arrivato ad aderire, se non all'NPA, quantomeno alle sue idee...
I miei primi contatti con Olivier Besancenot risalgono all'ultima campagna presidenziale. Ho avuto l'opportunità non solo di ascoltarlo attentamente, ma anche di discutere a lungo con lui e di prendere atto del suo pensiero circa la situazione della Corsica. La riflessione che ne è seguita non poteva che coinvolgermi, poiché le sue posizioni integrano perfettamente gli elementi costitutivi della nostra lotta per l'autodeterminazione. L'NPA – rappresentato in Corsica da A Manca Naziunale- è davvero il solo partito che richieda la decolonizzazione dei territori francesi ancora mantenuti sotto questo regime. E questo comprende la Corsica che Besancenot definisce una colonia intramuraria.
"Io condanno la violenza... Quella dell'oppressore ! "
D. La rivoluzione che propone l'NPA vi pare adeguata alle vere aspirazioni della Corsica?
Il metodo che preconizzato dall'NPA non è stereotipato e così questa rivoluzione può assumere aspetti diversi a seconda della regione in cui viene applicata. Spetta a quest'ultima definire questi aspetti ed è per questo che il discorso dell'NPA è interessante. Io stesso faccio sempre riferimento all'emancipazione del popolo corso, alla legittimità di un percorso di autodeterminazione sia che esso scelga la forma dell'indipendenza che quella dell'autonomia. É il popolo corso insomma che deve esprimersi senza subire volontà esterne.
D. Nel vostro programma la figura la "ricerca di un processo di pace" . Non teme che qualcuno si spinga a chiedervi di condannare solennemente la violenza?
A cosa allude? Se è a Émile Zucarelli, medaglia d'oro nella disciplina che consiste semplicemente nel condannare la violenza, saprei cosa rispondergli. Cosa ha fatto lui in trent'anni, mentre ricopriva alte funzioni, perché essa cessasse? Niente! Per questo la la violenza gli è sempre servita da alibi politico, essendo più facile condannarla che fare delle azioni concrete per fare uscire la Corsica alla stagnazione.
D. Sareste allora pronti a condannare la violenza?
Nessun essere umano sulla terra preferisce avviarsi su questa strada per farsi ascoltare. Perché lo faccia deve avere esaurito tutte le altre che gli si offrono. E allora si, io condanno la violenza. Ma non quella che deriva dalla legittima difesa. La violenza che condanno è quella dell'oppressore che vuole esercitare il suo potere con la forza e non quella dell'oppresso al quale non viene lasciata altra scelta.
D. L'Europa può aiutare la Corsica nella ricerca di un processo di pace?
Si, perché è già successo nel caso dell'Irlanda del nord. É stata prprio l'Europa esercitando tutto il suo peso a far sì che fosse trovata una soluzione e che questo paese potesse chiudere con la violenza che per tanto tempo ne aveva impedito lo sviluppo. Anche in Corsica bisognerà che questo percorso passi attraverso la liberazione dei nostri prigionieri politici.
D. Quali sono gli strumenti istituzionali che per mezzo del parlamento europeo possono contribuire allo sviluppo della Corsica?
Non è certo il livello dell'intervento di Camille De Rocca Serra nella sua qualità di rappresentante della Corsica nel Comitato delle Regioni che avrebbe effettivamente potuto farceli conoscere. Nondimeno, l'Europa investe 3,8 miliardi di euro in programmi atti a sviluppare gli scambi fra i paesi o le regioni del Mediterraneo. Sto pensando principalmente ai "gruppi economici di cooperazione territoriale" attraverso i quali potrebbe essere messa in opera una forma di servizio pubblico marittimo quantomeno con la Sardegna e si può immaginare più tardi anche con la Catalogna. Evidentemente la Francia non è favorevole poiché mantenere la Corsica isolata è funzionale ala sua alienazione, alla sua dipendenza, alla sua situazione di debolezza.
"Scelte simboliche, e non elettoralistiche!"
D. Fate riferimento anche ad una cooperazione nel campo sanitario...
La rete di trasporti fra Corsica e Sardegna avrebbe effettivamente il vantaggio di favorire ogni sorta di scambi, compresi quelli sanitari mettendo a disposizione della popolazione delle due isole le strutture più efficienti presenti nei due territori. Nel quadro dei programmi europei la Germania, il Belgio ed i Paesi Bassi hanno saputo sviluppare forme di partenariato che hanno grandemente contribuito a migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie. Si può immaginare la stessa cosa fra strutture Corse e Sarde che si scambiano i loro mezzi per essere più efficienti.
D. Ci parli della vostra “campagna” - mai termine fu più appropriato visto che la maggior parte dei vostri eventi pubblici si svolgeranno in territorio rurale-
Questa è proprio la prova che il nostro progetto non risponde logiche elettoralistiche coltivate dagli altri partiti...In effetti è difficile immaginare che uno possa andare a fare campagna elettorale la dove siamo andati noi. Siamo stati in certe Pievi dove la densità di popolazione si avvicina a quella del Sahara. Ma noi non ragioniamo come loro e soprattutto non abbiamo gli stessi valori. E così abbiamo voluto inaugurare il nostro giro della Corsica andando incontrando la popolazione di Canari simbolo di un'industria che non ha esitato a sacrificare sull'altare del profitto non solo il nostro ambiente, ma anche intere generazioni di esseri umani.
D. Passerete almeno da qualcuna delle nostre città?
Il 20 maggio saremo ad Ajaccio ed il 30 a Bastia per un grande meeting sotto un tendone a cui parteciperà Olivier Besancenot. Concluderemo il nostro giro dell'isola a Porto Vecchio. Laggiù la scelta è stata ancora una volta simbolica poiché quel comune è l'esempio di tutto quello che non si doveva fare. Senza contare che si tratta del collegio del presidente dell'Assemblea Corsa. La stessa che risponde così poco alle aspettative del popolo corso.
Ha annunciato che in caso di elezione non tratterrà la sua indennità di deputato europeo che ammonta a 8500 euro mensili...
Effettivamente non tratterrò che 1000 euro per coprire le mie spese. Un terzo della somma restante sarà versata all'NPA, un altro terzo a Médecins du monde e a Restos du coeur e l'ultimo terzo servirà ad aiutare le famiglie dei nostri prigionieri politici ad affrontare il costo delle loro trasferte.
Intervista raccolta da Jean-Paul CAPPURI