Contro
ogni forma di privatizzazione e mercificazione del territorio e
della città! No
ad ogni forma di urbanistica contrattata!
Da troppo tempo
stiamo assistendo a pratiche urbanistiche dove si subordinano gli atti
pubblici a forme di concertazione fra i soggetti istituzionali e i
soggetti interessati, dove i “soggetti interessati” sono naturalmente
i padroni della città, la proprietà immobiliare.
Da regole precise e
sottoposte ad un sistema di garanzia si vuole passare sempre più ad
una contrattazione discrezionale e fuori da ogni forma di controllo
istituzionale e dei cittadini.
Cambiano le
maggioranze politiche nella nostra città, ma nulla cambia!
Il Movimento 5
stelle in nulla si differenzia dal PD confermando che dietro al suo
legalitarismo si nasconde la stessa volontà dei suoi precedessori
nel difendere la rendita, le aziende e i loro profitti, contro i/le
lavoratori/trici, la salute dei cittadini e l'ambiente.
Dobbiamo invece ribadire il
principio del dominio
del governo pubblico del territorio,
che rappresenta una della principali conquiste democratiche del
dopoguerra, ricordando che nel nostro paese il diritto di
proprietà di una area non implica automaticamente il diritto di costruire (il
c.d. ius aedificandi) che è subordinato al rilascio di un permesso
pubblico.
Solo in questo modo
si può garantire la qualità della condizione urbana, la vivibilità e
la tutela del territorio.
Il tentativo di
privilegiare gli atti negoziali con i pescecani immobiliari
contrasta con il diritto ad avere una ambiente urbano vivibile e
salubre in quanto luogo della nostra vita individuale e sociale.
Le città e il
territorio al contrario vengono subordinati al mercato per
favorire rendita e profitti.
Il diritto collettivo
e l'autonoma determinazione degli Enti che istituzionalmente
dovrebbero garantire gli interessi della collettività non possono
essere sottoposti alla pressione e al condizionamento da parte di chi
possiede consistenti patrimoni immobiliari e quindi sostituiti con la
sommatoria di interessi particolari affidati alle convenienze del
mercato.
Contro la città
della rendita opponiamo la città dei cittadini.
Conosciamo bene la
città della rendita: distruzione, degrado, alienazione. Un
"orribile blob" divoratore di risorse, distruttore, dissipatore di
energia e di terra che inquina acqua ed aria, basato su interventi di
grande scala.
"Grandi opere"
gestite da grandi imprese che "dragano" tutti i finanziamenti
rivolti a quelle semplici manutenzioni e ai piccoli interventi diffusi
e mirati che sono i soli che al contrario garantiscono non solo
efficienza e difesa del territorio, ma anche una più larga
distribuzione di lavoro e di guadagno per i lavoratori del
settore. Una occasione per corruttori e corrotti (ricordiamo solo
il TAV, l'EXPO, il MOSE…)
Una città che
logora i legami sociali e accentua le diseguaglianze, dove il
territorio è considerato e utilizzato come lo strumento mediante il
quale accrescere la ricchezza personale di pochi.
Dobbiamo proporre
una città alternativa, non solo un luogo fisico, ma
un fronte sociale che si batte contro l’inquinamento
e i rischi alla salute, per un ciclo sostenibile dei rifiuti, contro
la privatizzazione della sanità pubblica, contro la trasformazione di
uno spazio verde in un nuovo “sviluppo” basato sull'asfalto e il
cemento, contro l’abbattimento degli alberi, per un trasporto pubblico
efficiente, contro la trasformazione delle campagne "periurbane" in
ulteriori espansioni della “città infinita” .
In una città che
conta oltre 2000 alloggi vuoti non serve costruirne altri se non a chi
li costruisce per farsi rifinanziare dalle banche e alla
Amministrazione comunale per riscuotere gli oneri di urbanizzazione.
L'edilizia deve
quindi essere limitata ad interventi finalizzati al recupero, al
miglioramento e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e
del tessuto urbano, al potenziamento dei servizi pubblici e
sociali, alla soluzione dell'emergenza abitativa con la costruzione di
case popolari in affitto.
Non un solo cmq dl
territorio comunale deve essere cementificato: né agli Orti di
via Goito né in qualche altra area più o meno marginale della città e
delle sue periferie.
Nessun baratto di aree contrattato con le proprietà
immobiliare deve essere concesso dall'Amministrazione comunale.
Per questo aderiamo
alla giornata di mobilitazione del 9 aprile in difesa degli orti
urbani.
30/3/2015
SINISTRA
ANTICAPITALISTA LIVORNO