Il portavoce di Lavoro e Solidarietà, Gianpaolo Patta, riferimento dell'area Lavoro e Società in Cgil si sospende dall'organismo unitario. "Attaccate i nostri compagni e siete di fatto schierati contro Epifani". La posizione equilibrista del Prc delude entrambi gli schieramenti e crea una grande confusione interna
La Federazione della Sinistra, nata poco più di un
mese fa su iniziativa di Rifondazione comunista, Pdci, Socialismo
2000 di Salvi e Lavoro e Società del sindacalista Gianpaolo Patta,
perde un pezzo importante. Esattamente quest’ultimo, tra i quattro
“leader” della neonata formazione, che con una lettera a
Ferrero, Diliberto e Salvi annuncia la propria sospensione dalla
Federazione stessa. Motivo scatenante della decisione, un insieme di
fattori tra cui lo svolgimento della Conferenza nazionale dei
lavoratori e delle lavoratrici Prc che si è svolta sabato scorso a
Torino, un presunto attacco del quotidiano Liberazione all’area
sindacale, Lavoro e Società, di cui Patta è il riferimento
politico ma anche uno scarso impegno del Prc a promuovere la stessa
Federazione.
“Cari compagni – si legge nella lettera che il
megafono quotidiano ha potuto visionare - alla conferenza dei
lavoratori e delle lavoratrici del PRC tenutasi a Torino sono
rimasto molto sorpreso nel constatare l'assenza di qualsiasi
riferimento alla Federazione della Sinistra. Non ne erano visibili
in sala neanche i simboli nonostante manchino poche settimane a
elezioni regionali per noi assolutamente vitali. Tutti i compagni
hanno parlato dei problemi del mondo del lavoro, della situazione
politica generale come se il progetto della Federazione non fosse in
campo”. Insomma, una lamentela per l’assoluta marginalità che
questo progetto politico troverebbe nell’agenda di Rifondazione
comunista in particolare. Ma il cuore della vicenda è ovviamente un
altro e riguarda l’atteggiamento relativo al prossimo congresso
Cgil, i cui congressi locali si stanno completando in questi giorni.
Dal dibattito che il Prc ha svolto nella propria conferenza, spiega
Patta, “in tutta evidenza emerge che il Prc condivide le posizioni
della mozione Moccia”. E in effetti, nel dibattito interno al Prc
sono emerse anche con forza le posizioni di chi non capisce perché
un partito da sempre schierato con le minoranze della Cgil stavolta
abbia deciso salomonicamente di non prendere parte alla contesa
interna, avallando di fatto la convinta adesione di Lavoro e Società
a fianco del segretario generale Epifani. In realtà Patta ha dato
un’interpretazione opposta della situazione, imputando al Prc di
aver voluto, di fatto, appoggiare il documento alternativo come
dimostrerebbe un altro episodio: “Liberazione ha accreditato le
posizioni di Carlo Podda circa presunti brogli nel congresso della
Cgil; sempre Liberazione riporta gli attacchi del medesimo compagno
nei confronti di Nicola Nicolosi senza che di quest'ultimo, da
sempre iscritto a Rifondazione Comunista, ne venga riportato per
esteso il pensiero. Il compagno Paolo Ferrero, nelle sue
conclusioni, fa sue le critiche, ingiuste, alla Cgil di non lottare,
mentre si prepara un difficilissimo sciopero generale di questa sola
confederazione (chissà quali grandi lotte sta producendo la
sinistra), riferisce che il comitato politico nazionale del PRC ha
deciso di non pronunciarsi nel
merito delle posizioni interne al
congresso della Cgil e che comunque se lui partecipasse al congresso
era chiaro a tutti a quale mozione avrebbe dato il proprio voto”.
Il
dado è dunque tratto. “La somma dell'attacco di Liberazione nei
confronti della Cgil e del coordinatore di Lavoro Società, quanto
espresso dal compagno Ferrero chiariscono che, in un congresso che è
prevalentemente scontro di gruppi dirigenti per la definizione dei
nuovi pluralismi, il PRC darebbe una mano a coloro che vorrebbero
ridimensionare o eliminare Lavoro Società”.
Patta, nella sua
lettera, si lancia poi in un attacco alle posizioni della minoranza
Cgil ricordando che, con il suo appoggio implicito, Rifondazione si
pone al fianco di persone come “Carlo Podda il quale da iscritto
al Pd ha votato insieme a Paolo Nerozzi e
Sergio Cofferati per
Franceschini”, o di Rinaldini, segretario Fiom che, spiega Patta
“ha sostenuto decisamente la Bolognina e l'accordo del 23 luglio
fino a quando ha terminato di produrre suoi effetti e che oggi non
partecipa certo al processo di costituzione della Federazione della
Sinistra”.
“È assolutamente evidente – conclude Patta -
che in questo quadro non c’è tra noi quel rispetto minimo e
quella solidarietà indispensabili per concludere positivamente
l'avvio della Federazione della Sinistra”.
Come dicevamo,
dunque, un colpo per un progetto, la Federazione, che era partito
con grandi difficoltà di rapporti interni e che comunque è
individuato come l’ambito in cui affrontare la difficile fase
attuale soprattutto dal punto di vista elettorale. Ovviamente a
Liberazione respingono le accuse: “Abbiamo fatto un’inchiesta
sul congresso Cgil e abbiamo ascoltato tutte le voci” dicono dalla
redazione; “Lavoro e Società chiedeva una controreplica e questo
non era previsto”. Ma il punto non è certamente il lavoro di un
giornale, per quanto organo politico; rompere dei rapporti
importanti come quelli costruiti per degli articoli di un organo di
informazione, nel 2010, appare se non strumentale piuttosto retrò.
Il punto è un altro: alla Conferenza della scorsa settimana a
Torino è apparsa chiara una forte propensione a sostenere il
documento 2 della Cgil nonostante l’equilibrismo del gruppo
dirigente che ha garantito un non schieramento. Eppure questo non è
bastato a Lavoro e Società e a Patta che ha dato il benservito sia
pure subordinato a un chiarimento interno. E così Rifondazione per
non aver voluto scegliere tra i due documenti della Cgil si trova
oggi abbandonata dai pasdarn di Epifani senza aver coltivato il
consenso e il rapporto con le minoranze. torna alla home