21/6/2010
Sindacato e Sinistra Critica

 

   Per una organizzazione come Sinistra critica è fondamentale  
definire il tipo di rapporto che vogliamo con i lavoratori. In primis và detto, anche se può sembrare scontato, se pensiamo che  stare nei sindacati sia cosa utile e quindi giusta.
C’è chi pensa che il lavoro sindacale sia una cosa inutile, o  quantomeno poco utile, che sottrae forze importanti, specialmente  per una piccola organizzazione come la nostra, che potrebbero  essere utilizzate in modo più fruttuoso in altre direzioni e per  avere un radicamento diretto come S.C. nei luoghi di lavoro.
Ovviamente non sono di questo avviso anche perché è mia convinzione  che ulteriori sfaldamenti del collante trade-unionista fra i  lavoratori non favorirebbero certo l’azione politica di S.C., anzi  credo che sarebbe ancora più difficile farsi comprendere.
Oggi la tenuta del collante solidale fra i lavoratori ha le due  espressioni più avanzate, sempre tenendo conto di quello che  realmente esiste e non di quello che sarebbe necessario, nella  costituenda area della mozione 2 in CGIL e nella neonata USB.
 
   CGIL
 
In CGIL, a partire dall’esperienza della rete 28 aprile, penso che  i nostri militanti debbano sostenere la costruzione della nuova  area programmatica a prescindere dai dubbi rispetto ai giochi  possibili di settori di apparato.  Il gioco della maggioranza che  diceva che la contrapposizione congressuale era tutta una questione  di posti (vero per alcuni) sta già dimostrandosi falso dopo  l’accordo separato di Pomigliano (CGIL da una parte e Fiom  dall’altra).  Questo non deve portarci ad appiattirci sulle  posizioni di quel settore della mozione 2 che proviene dalla  vecchia maggioranza e che, per storia e coinvolgimento negli  apparati fino a poco prima del congresso, esprime posizioni  certamente più moderate della rete 28 aprile.
Il basso livello di coscienza dei lavoratori, dovuto ai continui  arretramenti subiti negli ultimi venti anni, non lascia spazio a  posizionamenti più avanzati in CGIL, questo non vuol dire  abbandonare la critica e l’esternazione di quello che sarebbe  necessario (che anzi va sempre detto con puntualità e precisione)  ma và evitato il proliferare di matrioske organizzative che avrebbe  il solo effetto di ghettizzarci, che è un po’ quello che mi sembra  che sia successo ai nostri compagni nel percorso SDL-USB.
 
   USB
 
Premetto che essendo esterno all’ USB le considerazioni che faccio  sono supportate da quello che mi è stato detto da vari compagni ed  a vari livelli nonché dai documenti che ho potuto leggere in rete. Dopo anni di frammentazione del sindacalismo alternativo  alla CGIL  si è arrivati all’USB come unificazione RDB-SDL e parte della CUB .In questa situazione mettere insieme alcune decine di migliaia di  lavoratori è di per sé una cosa positiva, in controtendenza  rispetto a quanto visto dagli anni 90 ad ora (a parte qualche  lodevole eccezione realizzata dal Sincobas  prima e dall’SDL dopo). Il soggetto che nasce è il massimo che potevano produrre anni di  frammentazione e di autoreferenzialità del cosiddetto Sindacalismo  di Base. Lo spirito iniziale dello Slai cobas, fatto rivivere dal Sincobas  dopo le sciagurate scelte politico sindacali del gruppo dell’Alfa,  è ormai un ricordo, basti pensare che la maggioranza della parte  SDL proveniente dal Sincobas, che aveva fatto la scissione dallo  SLAI ha votato contro il documento di minoranza che riprendeva la loro stessa impostazione originaria. In questo contesto le posizioni, corrette, espresse dai nostri  compagni sono state il 10% dell’SDL e quindi conteranno, se  conteranno, pochi punti in percentuale nell’USB. Quindi operazione astrattamente giusta ma sostanzialmente  fallimentare per quanto riguarda S.C. , dopo anni in cui sono stati  dati anima e corpo al Sincobas prima e SDL poi ci si trova con un  pugno di mosche in mano e in più con compagni operai di S.C. della  Fiat che hanno votato con la maggioranza dell’SDL.
Quello che è successo nell’ SDL riportato in CGIL è come se  avessimo fatto una mozione all’interno della rete 28 aprile per   non allearci con la Fiom e il resto della mozione 2. Sarebbe stato deleterio e ghettizzante.
 
Credo che questi 2 passaggi (Congresso CGIL e nascita USB)  avrebbero dovuto vedere i militanti di S.C.  impegnati, come del  resto -al di là di qualche problema locale- è stato, nella mozione  2 in CGIL insieme alla rete 28 aprile e per quanto riguarda l’USB  avrebbero dovuto stare nel percorso della maggioranza SDL senza  lesinare critiche  e senza però costruire una mozione che non ha  coinvolto neppure tutti i nostri compagni.
 
 
Antonio