Enrico Rossi all'attacco di quel che resta del servizio sanitario pubblico della Toscana
Enrico Rossi ha deciso di aderire completamente alla linea di Renzi e di continuare a distruggere il sistema sanitario della Toscana.
Il suo progetto di ridurre da 16 a 3 la ASL su tutta la regione e di collegarle alle Università toscane, consegnandole così alle baronie universitarie, oltre a portare a compimento un disegno strategico concepito e portato aventi da oltre venti anni in combutta con i potentati accademici, farà si che il sistema sanitario regionale si allontani sempre di più dal territorio e sia sempre più incentrato sulle pratiche ipertecnologiche. Si penalizza così, per quanto ancora è possibile farlo, la diffusione sul territorio di una sanità che possa essere vicina ai cittadini non solo nella fruizione ma anche nella programmazione.
Questo allontanamento dal territorio infliggerà inoltre un colpo micidiale alle pratiche preventive, mentre quelle riabilitative sono già oggi caratterizzate da un diffuso e maggioritario ricorso al privato.
Anche il progetto di istituire un super-ticket ai più abbienti è foriero di un'ulteriore distruzione del sistema sanitario pubblico e della sua universalità. E certo non diciamo questo per difendere le tasche dei ricchi. Già adesso infatti la situazione è tale per cui non solo i più abbienti, ma anche le fasce intermedie, trovano sempre più conveniente ricorrere direttamente al privato perchè questo permette loro di ottenere una prestazione in tempi più che adeguati rispetto alle liste di attesa quasi sempre improponibili del pubblico, spendendo la stessa cifra del ticket se non addirittura meno.
Con il super-ticket si aggrava ancora di più questa situazione, in quanto chi se lo può permettere, con ancora maggiore frequenza utilizzerà le strutture private che diventeranno sempre più meno onerose e più veloci, facendo contemporaneamente mancare al sistema pubblico importanti risorse. Il sistema privato verrà reso così sempre più competitivo e si creerà un sistema doppio e parallelo, dove il pubblico sarà sempre più ghettizzante, deprivato e depotenziato.
Pensiamo che non sfugga al presidente Rossi che questo aprirà quanto prima la strada all'ingresso in sanità delle assicurazione private, contraddicendo così uno dei principi fondamentali del nostro sistema sanitario nazionale concepito come universalistico oltre che nell'estensione anche nella qualità.
Fa poi tristemente sorridere la litania che Rossi ripete ad ogni passo nelle sue ultime dichiarazioni " ... i lavoratori dipendenti non devono essere colpiti..." . Pare strano che Rossi non sappia, o forse finge di non sapere, che i lavoratori della sanità sono già stati pesentemente colpiti dal blocco ultraquinquennale del contratto di lavoro che ha significato per loro la perdita di circa 400 € in media a testa mensili in busta paga, e che sono quotidianamente colpiti dai tagli al personale e dal blocco del turnover ( la mancata sostituzione di chi va in pensione ) che li costringe a svolgere lo stesso lavoro che prima si faceva magari in due, ad effettuare spesso turni doppi, a non poter usufruire delle ferie e a prestare la loro opera in servizi sempre più dequalificati e dequalificanti.
Le preoccupazione di Rossi per i lavoratori delle cooperative che rischiano di essere colpite da eventuali tagli bene evidenziano l'ipocrisia di colui che in questi anni è stato il maggior fautore dell'esternalizzazione dei servizi, incurante delle conseguenze salariali per questi lavoratori e della qualità dei servizi per i cittadini.
Sig.
Presidente Rossi, si rassegni, con le misure da lei minacciate i
lavoratori della sanità pubblica saranno sempre più penalizzati e
purtroppo lo saranno anche i cittadini specialmente quelli
appartenenti alle fasce più deboli.
20/10/2014