Contro l'escalation militarista in Ucraina, contro ogni imperialismo in ogni parte del mondo

Di Daniel Tanuro

L'imperialismo americano domina il mondo dal 1945 e ancor di più dalla caduta del muro, ma il suo dominio esterno non è più assoluto e questa situazione è tradotta anche da crescenti tensioni interne.

L'imperialismo russo e l'imperialismo cinese vogliono la loro fetta di torta (si vede chiaramente in Africa, ma anche nella periferia di queste due potenze: Ucraina, Xinjiang, Hong Kong, Kazakistan...).

L'imperialismo russo dispone di notevoli forze militari e di grandi risorse energetiche, l'imperialismo cinese di  potere economico e finanziario. Al di là dei loro disaccordi, il loro recente avvicinamento strategico costituisce  un fattore di grande importanza.

A più di un secolo dal 1914-1918, lo spettro di una guerra mondiale interimperialista - una guerra per la condivisione del mondo tra capitalisti – rispunta dall’ombra, nel contesto di un disastro ecologico senza precedenti.

Di fronte a questa inquietante realtà, è urgente costruire quello che Catherine Samary, in una recente intervista, ha definito “internazionalismo dal basso. ” Un internazionalismo bene espresso dalla classica parola d’ordine comunista: “Proletari di tutto il mondo , unitevi." Unitevi contro lo sfruttamento, contro l'oppressione, contro il militarismo e la guerra, contro la distruzione del pianeta, per i vostri diritti democratici e sociali.

I blocchi che si affrontano sono in egual misura criminali. Il gruppo Wagner al servizio  di Mosca, in Siria e in Africa non ha nulla da invidiare al gruppo Blackwater al servizio di Washington in Iraq e in Afghanistan. La sistematica oppressione delle popolazioni Uigure da parte di Pechino non ha nulla da invidiare allo spietato giogo imposto ai palestinesi da parte di Israele, fedele alleato degli USA.

In qualunque regione del mondo ci si trovi, bisogna avere ben presente questa visione globale:  lottare contro tutti i blocchi e solidarizzare  con tutte le vittime,  l’unica visione utile alla necessaria rivoluzione globale che ponga fine al disastro sociale ed ecologico del capitalismo.

Non siamo più nella "guerra fredda": tutti i blocchi sono fautori di guerre perché sono tutti capitalisti e il capitalismo, come diceva Jaures, "porta dentro la guerra, come la nuvola porta dentro la tempesta."

Né con Mosca, né con Washington, né con Pechino (e nemmeno con Bruxelles! ): solidarietà ai popoli in lotta nel mondo: questa è la linea dell'"antimperialismo dal basso".

Certo una linea non è facile da mantenere, soprattutto in tempi di conflitto, e più ancora nelle zone di conflitto. In queste situazioni e in queste aree, si può facilmente incorrere nella tentazione di cercare di distinguere "il nemico principale" da "il nemico secondario"... Lo vediamo in alcuni paesi africani dove il giusto odio verso la Francia colonialista spinge alcuni settori della popolazione a gridare "viva i russi". Lo vediamo in Ucraina dove le minacce di Putin spingono la maggioranza della popolazione, ancora nel 2014 contraria,  a desiderare l'adesione alla NATO.

Il problema della logica "nemico principale/nemico secondario" è che conduce presto a chiudere gli occhi sui crimini del "nemico secondario"... E così si appoggia di fatto un blocco imperialista contro l'altro... Con la conseguenza che, e anche se ipocritamente si afferma il contrario, si è automaticamente portati a pensare  che ci sono popoli buoni che combattono buone guerre, e popoli cattivi che ne combattono di cattive... l’esatto contrario dell'internazionalismo.

Daniel Tanuro