Le vere priorità ? Precariato e salario sociale
Di cosa si discute ?
Siamo in piena campagna elettorale e il dibattito delle forze politiche accreditate come maggiori è lontanissimo dalla situazione sociale ed economica che stiamo vivendo. Si parla di sfide, di duelli ballottaggi veri o presunti, ma la vita drammatica di migliaia di lavoratori italiani e stranieri, precari e disoccupati sembra che faccia parte di una realtà alternativa. a crisi economica sta scaricando i suoi effetti drammatici sulle fasce più deboli della popolazione, ormai sulla soglia della povertà, mentre si estende sempre più verso il basso l’area della cosiddetta fascia grigia, cioè di quella parte di popolazione che vive il precariato e la disoccupazione, in costante stato di insicurezza economica e sociale.
Di fronte allo smantellamento progressivo del sistema di protezione sociale, da anni diretta conseguenza sia dei "tagli" ai bilanci dei comuni e delle regioni operati dai governi centrali, sia di una politica di "deresponsabilizzazione" delle amministrazioni che ricorrono sistematicamente al sistema degli appalti e delle esternalizzazioni dei servizi, i bisogni sociali individuali e collettivi in questo tempo di crisi sono invece aumentati considerevolmente. Lungi dall’essere confinata nell’ambito finanziario,la crisi economica, riguarda ormai l’economia reale dell’intero pianeta e trova il nostro territorio particolarmente debole poiché non ancora uscito da quella che lo ha colpito negli anni ’90 con lo smantellamento delle partecipazioni statali che a Livorno interessavano la gran parte della produzione industriale. Il rischio è che oggi, come allora, si risponda all’emergenza con politiche d’emergenza; che si cerchi di tamponare, come è giusto, l’emorragia occupazionale, ma senza progettualità; senza avere cioè un indirizzo chiaro di politica economica: quale politica industriale? Riconvertire? E come? In quale direzione?
Fino ad oggi si è scelto seguendo linee imposte di volta in volta dal mercato, dai poteri forti, con una politica industriale povera e spesso limitata dal punto di vista prospettico, come nel caso della componentistica auto. Livorno ormai detiene da anni il record negativo delle assunzioni precarie che ormai viaggiano stabilmente sopra 80% del totale. Insomma, il nostro territorio sta offrendo quasi esclusivamente lavoro precario e insicuro, lavoro che non permette progettualità soprattutto alle giovani generazioni e che incentiva quindi la storica “fuga” dei giovani laureati, che non trovando sbocchi in città cercano opportunità altrove.
Poiché pensiamo che in questo contesto di crisi la precarietà rappresenti la prima fonte di insicurezza sociale individuale e collettiva, non solo l'occupazione genericamente intesa deve essere una priorità. Nella prospettiva di una auspicata e necessaria Legge Nazionale sul salario minimo garantito, l'ente locale può progettare forme di sostegno anche attraverso servizi sociali alla persona da modulare a seconda delle esigenze - contributi per l'affitto, servizi pubblici gratuiti, tariffe e servizi di base gratuiti o agevolati . A questo scopo come Sinistra Critica pensiamo che sia possibile che da subito l’amministrazione comunale destini un fondo per il sostegno al reddito, stabilizzazione del precariato, integrazione della manodopera straniera.
Per rendere strutturale questo fondo, potrebbero essere usati anche, da subito, i risparmi derivati da una forte riduzione del costo della politica con: diminuzione delle idennità, almeno della metà, di Sindaco, Assessori e Presidenti di Circoscrizioni; riduzione del numero degli Assessori al minimo previsto per legge, e utilizzo solo del personale comunale per l’équipe del Sindaco; Uso delle risorse interne per annullare le consulenze esterne con i loro enormi costidrastica riduzione dei compensi dei manager pubblici.
Sinistra Critica Livorno