Il popolo greco è di fronte a una crisi economica e politica senza precedenti. La popolazione è condotta alla povertà e alla disoccupazione di massa dalle richieste dell'Unione Europea. Gli ospedali sono privi di medicine, circa metà della popolazione giovane è disoccupata, i lavoratori di alcuni settori non ricevono lo stipendio da mesi, le condizioni di vita dei pensionati sono sotto un duro attacco e moltissime persone sono ormai costrette a rivolgersi alle mense o a scavare nei rifiuti. La Grecia è solo la punta più avanzata di misure di austerità che stanno per essere introdotto in tutta Europa. E' del tutto evidente che mentre le misure proteggono gli interessi dei più ricchi queste non fanno che peggiorare la situazione per la maggioranza della popolazione. Ciò che sta accadendo in Grecia e in Romania oggi lo vedremo domani in Portogallo, in Italia e in Irlanda il giorno dopo. La troika europea, con l'appoggio del governo greco di unità nazionale, esige un nuovo e ancor più feroce piano di austerità per il popolo greco: riduzione brutale dei salari e delle pensioni (-22%, con il salario minimo che dovrebbe passare da 751 € a 600), soppressione di 15.000 posti di lavoro nel pubblico impiego, frantumazione del diritto del lavoro. E non basta. Privatizzazione dei servizi pubblici svenduti per ricavare 4 miliardi e mezzo (con l'impegno ad altre e generalizzate privatizzazioni, per arrivare a incassare dalle svendite 50 miliardi entro il 2015), smantellamento del servizio sanitario con il taglio di 1,1 miliardi di farmaci rimborsati dallo stato, distruzione della scuola pubblica. E intanto si spendono miliardi per nuove armi. |
L'austerità
serve a salvare le banche (in particolare quelle francesi e tedesche)
che speculano da anni sul debito ellenico. Ma la brutalità dell'attacco
serve soprattutto a mostrare al resto dei popoli europei quello che li
attende, in termini di abbassamento drastico dei livelli di vita. E la
protervia con cui non si ascoltano neanche minimamente le massicce,
prolungate e dure proteste dei greci serve a scoraggiare in tutti gli
altri paesi (prima fra tutti l'Italia) ogni speranza e ogni voglia di
resistere alla violenza dell'attacco delle banche e degli Stati.
E
il popolo greco non si arrende. Le giornate di sciopero generale si
susseguono, con partecipazione crescente. Numerosi ministeri sono
occupati dai lavoratori, altrettanto accade in molte aziende e nelle
scuole e nelle università.
Durante il passato weekend, il parlamento è stato assediato da centinaia di migliaia di manifestati nel tentativo determinato di far sentire la propria voce alle istituzioni ormai commissariate di fatto.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà al popolo greco in lotta.
E' con una lotta su scala europea che i popoli del continente devono ribellarsi contro i piani di austerità.
L'appuntamento è per venerdì 17 alle 17:30 in Piazza Grande, angolo Via Pieroni.
Sinistra Critica, Federazione Anarchica Livornese, Collettivo Anarchico Libertario, Ex Caserma Occupata, Unicobas, USB, "CGIL che vogliamo" Funzione Pubblica