Amministrazione comunale
di Livorno:
Come Sinistra Anticapitalista non siamo
affatto sconcertati dai balletti dei vincitori delle elezioni comunali
sulla nomina degli assessori, di altre cariche istituzionali o nelle
aziende partecipate, forse perché non siamo né siamo mai stati portatori
di quel culto della sacralità delle istituzioni che invece
contraddistingue altre componenti della sinistra, anche radicale.
Per quanto ci riguarda, del livello istituzionale, a noi interessa solo
ciò che può favorire la partecipazione e l'antagonismo sociale, anche al
di là delle regole e delle forme.
Argomento questo che per ora rimane in attesa di miglior definizione e
della convocazione delle promesse assemblee pubbliche semestrali delle
quali però nel programma presentato da Nogarin non si specifica il
potere che avranno o quantomeno la capacità di condizionamento sulle
decisioni dell'amministrazione.
Ma quello che ci interessa maggiormente sono ovviamente i contenuti e su
questo piano dobbiamo registrare fatti positivi e meno positivi:
positive sono state le chiare prese di posizione contro filosofia che
stava dietro la costruzione del nuovo ospedale e positivo su questo
piano che ci siano vaghi segni di critica, non sappiamo quanto radicale,
al modello della sanità livornese e toscana. Positive. inoltre, le prese
di posizione contro la privatizzazione della "porto 2000" ed il blocco
della costruzione del mostro edilizio in piazza del Luogo pio.
Diverso invece il giudizio sull'operato (per ora inesistente) che
riguarda il piano sociale, ed in particolare sul problema abitativo che
fa di Livorno una delle principali città colpite a livello nazionale,
dove non pretenderemmo certo un immediata nuova gestione del patrimonio
edilizio pubblico, né che la nuova amministrazione programmasse una
requisizione oculata degli alloggi sfitti di proprietà dei grandi
immobiliaristi, ma almeno che si chiedesse con forza alla prefettura un
blocco generalizzato degli sfratti come ottenuto recentemente a
Pisa seppure per pochi mesi.
Anche per quanto riguarda i temi internazionali la giunta Nogarin e la
maggioranza consiliare ha perso l'occasione per dare un segnale di
profondo cambiamento rispetto la precedente gestione del PD, che su
questo terreno ha sempre subordinate le proprie prese di posizione
agli interessi del blocco di potere economico cittadino che
rappresentano.
Ci riferiamo alla questione di Gaza, dove la nuova amministrazione, pur
non assumendo posizioni a sostegno dell'aggressione israeliana e
garantendo la libertà di espressione alle forze antisioniste della
città, ha evitato di prendere posizioni concrete, come l'adesione alla
campagna BDS o il semplice gemellaggio con Gaza, importante anche solo
dal punto di vista simbolico, per mostrare la solidarietà della
città di Livorno alle popolazioni palestinesi di Gaza e della
Cisgiordania,vittime di un criminale embargo più che decennale e ad una
recente sanguinaria occupazione da parte dello stato colonialista di
Israele.
Bisogna sottolineare che, rimanendo su questo terreno che non può essere
di certo considerato secondario, si è dimostrata del tutto
insufficiente, se non ambiguo, anche chi nel Consiglio comunale si pone
a sinistra della maggioranza e che si è anch'esso accodato alle
posizioni formalmente pacifiste, ma in realtà pericolosamente
militariste e imperialiste, dimostrando la sua vera natura di costola
critica ma sostanzialmente organica alla cultura del PD e del
centrosinistra.
Una opposizione che, come la maggioranza e le forze di sinistra
non rappresentate in Consiglio Comunale (PRC/PdCI e Alba), non riesce
per altro ad uscire dal solo ambito istituzionale e a collegarsi con le
varie forme di conflittualità che esistono sul nostro territorio, per
rappresentarle e per farle crescere.
Noi continuiamo ad avere presenti i limiti del Movimento 5 Stelle,
che per sua natura, appare incapace di legarsi e tanto meno di stimolare
delle vere e proprie mobilitazione di massa sulle tematiche sociali e
sui bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici. Certo qualche volta
evoca questi argomenti , ma senza avere la minima idea su come e su cosa
si debba costruire una lotta nei luoghi di lavoro e nelle piazze.
Crediamo al contrario che proprio cercando di costruire una vera e forte
opposizione sociale, é possibile mettere in moto le forze necessarie per
rompere quel nefasto sistema di governo che continua ad esistere e ad
operare e che continua a vedere il PD e le sue organizzazioni
collaterali (dalla CGIL all'ARCI passando per tutte le organizzazioni
datoriali e le cricche economiche e di potere informali che si sono
consolidate in questi decenni di regime) ancora egemoni e protagoniste.