che cos'è Sinistra Critica


1. Sinistra Critica è una organizzazione politica composta da lavoratrici e lavoratori, da giovani studenti e studentesse, ed anche da pensionati; militanti attivi in fabbrica e sui luoghi di lavoro, nei movimenti sociali, nelle mobilitazioni contro la guerra, per la difesa dei territori e dell’ambiente, per affermare i diritti delle donne. Per questo ci definiamo una organizzazione comunista, femminista, ecologista, una forza politica anticapitalistica che vuole costruire una alternativa all’attuale sistema economico e sociale sempre più ingiusto ed insostenibile.

2. La maggior parte di noi proviene da Rifondazione Comunista, da una corrente di sinistra che si è opposta alla deriva governista del partito, quando nell’alleanza con il governo Prodi, ha finito per smarrire la sua strada originaria, subordinandosi alle scelte degli alleati moderati.
Molte nostre compagne e compagni vengono direttamente dai movimenti sociali, dalle lotte operaie e dalle mobilitazioni studentesche o dalle battaglie per la difesa dell’ambiente, dalla lotta contro le prevaricazioni e l’ingerenze del Vaticano di Ratzinger.
Sinistra Critica è presente al senato e alla camera con Franco Turigliatto e Salvatore Cannavò che hanno votato contro la guerra e contro il protocollo sul Welfare.

3. Il nostro progetto è quello di una radicale trasformazione della realtà esistente; non possiamo accettare questo sistema, il capitalismo, che crea le più grandi ingiustizie sociali, che non sa rispondere ai bisogni della stragrande maggioranza delle persone, che persegue il dominio del mondo e dei popoli, con l’uso della guerra e di ogni forma d'oppressione.
La strada è lunga e difficile, ma non rinunciamo a lottare per una società che sappia dare lavoro a tutte e tutti, diritti, sicurezza sociale, partecipazione nelle scelte economiche e politiche: una volta tutto questo veniva chiamato socialismo. Se la parola spaventa, date le cattive esperienze del passato, diciamo oggi che noi vogliamo una società realmente democratica che si basi sulla autogestione delle lavoratrici e dei lavoratori.

4. In Italia la crisi del governo e le elezioni anticipate segnano il fallimento politico e sociale del centro sinistra che non ha saputo e voluto rispondere alle attese, che pure erano grandi, dei lavoratori e delle lavoratrici.
Il prezzo del cosiddetto risanamento è stato pagato dalle classi popolari mentre sono state regalate risorse immense (7 miliardi ogni anno) a imprese, banche e assicurazioni attraverso il “cuneo fiscale” e nel 2008 verranno sperperati altri 23 miliardi di euro per spese militari e continuata la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan. Le leggi sulla precarietà di Berlusconi sono state confermate.
Come stupirsi se oggi in tanti sono delusi e demoralizzati, se i ricchi sono più ricchi e le classi popolari più povere, mentre Berlusconi e Montezemolo fanno il bello e il cattivo tempo.
Il partito democratico è sempre più un partito di centro e la sinistra di governo, dopo aver accettato politiche che penalizzano la propria base sociale si ritrova con un pugno di mosche. Tutti ragionano su di una prospettiva di breve periodo, senza respiro: l'idea che comunque bisogna lavorare a una semplice "riforma" del sistema, cioè a una modernizzazione capitalistica, unico orizzonte dei gruppi dirigenti in Italia, di destra e sinistra.

5. Il problema è che le riforme importanti, quelle che cambiano la vita alle persone, non esistono se non sono ancorate a una strategia di trasformazione radicale, rivoluzionaria, ad uno sguardo sul futuro.
La strada per risalire non è facile, ma va percorsa.

6. Per questo noi vogliamo lavorare a un processo di ricostruzione di una “sinistra che faccia la sinistra”, capace di rompere con il liberismo del Partito Democratico, che non sia al governo a tutti i costi e che recuperi un forte rapporto con lavoratori e lavoratrici, giovani, precari, con i movimenti sociali in un progetto di alternativa sociale e politica.

Una sinistra in grado di riproporre il tema non del “nuovo” a parole ma della “rivoluzione” del paese, su basi democratiche e di partecipazione popolare.

A quarant’anni dal ’68, della grandi lotte operaie di studentesche di quegli anni e che aprirono la strada a grandi conquiste sociali, l’Italia ha di nuovo bisogno di un grande rivolgimento, politico, sociale, ideale e morale: è questo il progetto su cui si fonda la nostra idea di sinistra.

Tutte e tutti insieme dobbiamo tornare protagoniste e protagonisti di una nuova grande stagione di lotta per il salario, l’occupazione, i diritti sociali e civili.