L’accordo
raggiunto a Roma sulla vertenza ENI di Livorno, è solo un punto di
partenza ed è il frutto della lotta determinata dei lavoratori
dell’ENI. Senza di questa difficilmente gli Enti locali si
sarebbero mossi, come tardivamente hanno fatto, né il Governo si
sarebbe scomodato. La volontà di disfarsi della raffineria di
Livorno da parte dell'ENI era nota da tempo, ma sia il sindacato,
che gli Enti locali e il Governo hanno fatto poco o nulla in questo
tempo. Adesso che è stato aperto un tavolo di trattativa (per ora
niente più di questo) è importante che le proposte da portare in quella
sede siano discusse e concordate dai lavoratori dell’ENI compresi i
lavoratori delle ditte. Un punto irrinunciabile è che la raffineria
rimanga in mano pubblica e non sia venduta a privati, che il suo futuro
sia delineato da un piano energetico e industriale che garantisca il
mantenimento dei livelli occupazionali , attraverso una produzione
ecologica di energia e/o un ammodernamento degli impianti. Non vorremmo
che di fronte a promesse vaghe i lavoratori smobilitassero troppo
presto, riaprendo la strada della dismissione e della
speculazione: sia chiaro che solo da una posizione di forza è
possibile trattare e portare a casa un risultato positivo. Ecco perché
è importante che le lotte si uniscano, ENI, DEPLHI,…fino ad arrivare
allo sciopero generale: per non pagare la crisi bisogna rimandare al
mittente il conto. Sinistra Critica esprime solidarietà a tutti i
lavoratori e le lavoratrici in lotta e si schiera a loro fianco.