Appalti ENI di Stagno: difendere occupazione, salari e diritti


Sono passati quasi 20 giorni dall'infuocato comunicato sindacale relativo al rinnovo degli appalti meccanici ed elettrici all'interno dello stabilimento dell'ENI di Stagno.

Poi è calato un afoso silenzio su quelli che sono stati i risultati della gara e sui pericoli reali esistenti per circa 150 lavoratori e lavoratrici livornesi.

E così assistiamo ad un susseguirsi di indiscrezioni che parlano dell'assenza nel bando di gara della “clausola sociale” e di conseguenza del fatto che le aziende vincitrici della gara (differenti dalle attuali, provenienti da Gela e Matera) non avrebbero alcun obbligo contrattuale rispetto all'assunzione degli attuali dipendenti livornesi.

Se così fosse ci si pongono impellenti alcune domande: ma il sindacato dov'era? E' mai possibile che non sia stato informato o che non abbia vigilato? Con ribassi del 30-35% la sicurezza potrà così essere garantita?

Si parla anche di utilizzazione di lavoratori e lavoratrici provenienti da altre realtà produttive.

Se tutte queste notizie venissero confermate appare evidente che assisteremmo ad un ennesimo attacco alle condizioni di lavoro e salariali dei lavoratori e delle lavoratrici.

Per questo la questione della garanzia occupazionale non può in nessun modo essere gestita in maniera disgiunta da quella salariale e da quella dei diritti.

Non basta quindi richiedere che debbano essere riassunti tutti i lavoratori e le lavoratrici attualmente presenti in produzione nello stabilimento ENI dalle aziende vincitrici dell'appalto.

Si deve avere immediate assicurazioni anche sulla tipologia dei contratti, e quindi dei diritti, e soprattutto sul livello salariale che deve essere mantenuto, se non migliorato.

Se riduciamo fin da subito la contrattazione solamente alla pur importante questione occupazionale è evidente che poi si dovrà non contrattare, ma cedere, su tutti gli altri terreni.

Arriveremo ad una ennesima sconfitta, che verrà presentata come una vittoria dalle burocrazie sindacali, per cui avremo la perdita di alcuni posti di lavoro e una pesantissima contrazione di salari e di condizioni di lavoro e di sicurezza per tutti i/le lavoratori/trici che rimarranno nonché con rischi ambientali per i/le cittadini/e del territorio.

Bisogne tenere conto inoltre che per le imprese escluse eventuali riduzioni di fatturato potrebbero creare delle crisi finanziarie e quindi avere una ricaduta anche sui lavoratori e le lavoratrici di queste aziende occupate in altri stabilimenti.

Speriamo di sbagliarci, ma riteniamo preoccupante il silenzio e la mancanza di informazioni che caratterizza questa vertenza e l'attuale passività da parte delle Organizzazioni Sindacali.

Al contrario crediamo che si debba andare a trattare con le mobilitazioni in piedi, con i presidi ai cancelli, anche solo per chiedere informazioni precise e veritiere e far capire alla controparte e alle organizzazioni sindacali la volontà di lotta dei lavoratori/trici.

L'esperienza della TRW e della People Care che ha visto il coinvolgimento dei lavoratori/trici in estenuanti quanto inutili trattative in vari "tavoli istituzionali", in una logica di costante rinvio, non deve essere ripetuta, in quanto ha dimostrato che l'unica funzione di queste pratiche è stata quella di sfiancare la volontà di resistenza dei lavoratori e delle lavoratrici.

E' necessario mobilitarsi subito, intorno ad una piattaforma complessiva ed organica (occupazione – diritti – salario) su cui andare a trattare, capace di unire tutte le categorie presenti nello stabilimento (metalmeccanici, edili, servizi) e i dipendenti ENI.

L'ENI ha tutte le condizioni economiche e finanziarie per mantenere la produzione e la raffinazione a Stagno e garantire per tutti e tutte, dipendenti diretti e degli appalti e dell'indotto, gli attuali livelli occupazionali, la sicurezza e la difesa ambientale e salari adeguati.


MOBILITARSI SUBITO!

NON UN SOLO POSTO DEVE ESSERE TOCCATO!

STESSI SALARI E STESSI DIRITTI!


21/7/2015

SINISTRA ANTICAPITALISTA LIVORNO