Manca ormai poco alla prossima scadenza elettorale amministrativa e i maggiori competitori sono ormai definiti. A contendersi la poltrona di sindaco e il successivo governo della nostra città per i prossimi 5 anni saranno sicuramente il PD, con i suoi alleati in primis SEL, che per la prima volta rischia di andare al ballottaggio, e secondo gli ultimi sondaggi il M5S.
Le liste di “sinistra” appaiono fuori gioco.
Per poter combattere una sfida grande come quella di mandare finalmente il PD livornese all’opposizione c’era bisogno infatti di un percorso chiaro, inclusivo e soprattutto aggregante, capace cioè di unificare ed accogliere, facendoli diventare protagonisti, tutti quei soggetti collettivi ed individuali che in questi anni si sono impegnati sul territorio e nei luoghi di lavoro a costruire, con i cittadini, l’opposizione al PD.
Abbiamo visto invece il ripetersi di logiche politiciste (anche se fatte passare per novità), di questioni identitarie e di simboli e personalismi che hanno fatto si che si creassero 2 poli “a sinistra” del PD (Cannito e Raspanti per intenderci, di circa uguale forza) lasciando così la strada libera al M5S all’eventuale ballottaggio.
Come Sinistra Anticapitalista (SA) abbiamo seguito e partecipato a tutte le assemblee che poi hanno condotto alla situazione attuale: fino dalla prima avevamo proposto che l’obiettivo degli incontri fosse la costituzione di una lista unica con un unico simbolo al cui interno fossero rappresentate le varie istanze dei movimenti, tutte con uguale dignità. Una lista che doveva porsi in alternativa non solo alle politiche locali e regionali, ma anche a quelle che hanno avallato le condizioni che la “Troika” impone. Una lista che avesse come obbiettivo la lotta ai vincoli di bilancio imposti alle amministrazioni locali e non la mera sostituzione di una classe dirigente con un’altra “più brava”.
Abbiamo invece assistito invece allo smarcamento quasi immediato della lista Città Diversa, avvenuto più sul piano personale che politico in quanto non erano stati ancora presentati programmi, come se la presenza di un'altra possibile scelta a Sindaco colpisse al cuore l’orgoglio del pluricandidato a Primo cittadino Cannito.
Questa lista ha mostrato ancora una volta la sua incapacità politica a raffrontarsi con altri soggetti quando si palesa la possibilità che qualcun altro possa assumere il ruolo di attore protagonista. Durante i 5 anni di opposizione in consiglio comunale Città Diversa ha portato avanti anche battaglie condivisibili, ma queste sono sembrate più delle vetrine personali che rappresentanza diretta delle vere lotte nei territori. Anche la Lista DASUL, di sostegno alla candidatura Cannito , alla quale va tutta la nostra simpatia essendo formata da persone che ben conosciamo e che in questi anni si sono impegnate nella battaglia contro la discarica del Limoncino, sembra un’operazione studiata più per mettere in difficoltà la lista di Buongiorno Livorno che dare voce e rappresentare una importante lotta che si è svolta in questi anni nel nostro territorio.
Nel percorso assembleare è stato continuamente negata la possibilità di parlare di programmi: più volte come SA abbiamo provato a mettere all’ordine del giorno documenti che entravano nel merito delle cose da fare, ad esempio sul rifiuto del nuovo ospedale che doveva essere esplicitato non solo per motivi urbanistici ma perché inserito in un modello di sanità regionale pubblica che tende sempre più a considerare il cittadino un cliente ed a mettere la sanità nelle mani dei privati utilizzando il project financing, oppure come la richiesta di esprimere solidarietà a tutti coloro che lottano per il diritto alla casa e che in questi mesi hanno subito ritorsioni e repressioni da parte delle “istituzioni”.
Resistenze alla costruzione di una lista comune sono venute da parte di Rifondazione Comunista e del PCdI i quali “non potevano” rinunciare al proprio simbolo, salvo poi decidere di fare una passo indietro - forse un po’ troppo indietro - presentandosi con il vecchio simbolo del PCI, sancendo così il definitivo abbandono della stessa idea di RIFONDAZIONE, ma che non potevano neanche accettare un programma troppo antagonista, in quanto fino a poche settimane prima alleati con il PD nella giunta regionale e quindi pienamente corresponsabili per tutte le politiche che in questi anni hanno avuto ricadute negative su Livorno come, ad esempio, la scelta di distretto energetico che ha significato l’OLT, discariche ed inceneritori.
A questa posizione ha fatto da contraltare l’atteggiamento di Buongiornolivorno che da subito si è autoproclamato come unico possibile competitore, all’interno del quale potevano trovare spazio tutti quelli che si ponevano in modo critico all’attuale giunta, rifiutando di fatto la possibilità di creare una sola lista contenitrice delle varie sensibilità politiche presenti in città.
Tutto questo ha portato quindi , con un voto dell’assemblea, alla scelta che ci fossero più liste a sostenere un candidato sindaco espressione di BL.
La nostra opposizione alla creazione delle 3 liste a sostegno del Candidato Sindaco Raspanti e il seguente tentativo di collaborare internamente a BL alla stesura del programma con un nostro riconoscimento politico, si è rilevato (fortunatamente, con il senno del poi) un progetto irrealizzabile in quanto sono sopraggiunti veti politici alla presenza di nostri compagni nella lista dei candidati consiglieri.
Contemporaneamente si sono palesati con maggiore forza le differenze programmatiche con la lista BL, che sempre più s’è dimostrata essere una semplice lista caratterizzata solo da una connotazione anti PD, che non si pone all’interno di logiche di rottura con le politiche liberiste e che evidenzia la penetrazione in ambienti di sinistra di ideologie e culture ambigue e sostanzialmente interclassiste.
Differenze che si sono bene evidenziate anche con l’improvvisa apparizione di una nuova lista moderata fatta di piccoli imprenditori e professionisti a sostegno di Raspanti.
Non è quindi un caso che BL con il tempo stia perdendo sempre più la sua radicalità, tanto da trasformarsi, con il consenso se non il benvenuto da parte del candidato Sindaco, in possibile approdo per settori della nomenclatura del PD messi ai margini o alla ricerca di facile visibilità.
Gli stessi 10 punti, non casualmente scelti “nell’opera magna” del programma della lista, che caratterizzano la campagna elettorale di Andrea Raspanti, e connotano politicante non solo la lista BL ma tutta la coalizione, evidenziano non solo la sostanziale inconsistenza della lista, ma soprattutto la natura moderata di questo progetto, la sua completa continuità con il centrosinistra e la subordinazione con le logiche neoliberiste del personale politico che si nasconde dietro questa lista.
L’altra lista a sostegno di BL, Un’altra Livorno, fotocopia della lista per le elezioni europee per Tsipras, si è ridotta ad essere un contenitore di vecchie esperienze politiche, più o meno riverniciate di “nuovo”, incapace di diventare espressione di un programma non solo anticapitalista, ma neppure antiliberista, con dei candidati che difficilmente possono essere inseriti all’interno di una visione conflittuale ed antagonista della politica. Anche Un’altra Livorno si è quindi adattata alla ricerca di un facile consenso dell’elettorato moderato, in concorrenza con BL, con un programma che appare una singolare lettura e traduzione in vernacolo locale del pur moderato programma della lista europea per Tsipras.
Ci troviamo di fronte uno scenario dove le liste, nell’ambito della “sinistra” al PD, cercano consensi nello stesso bacino elettorale spartendoselo, puntando chi sul personalismo chi sul giovanilismo, con programmi dove possiamo trovare tutto e di più, dal co-working alla cartellonistica dei sentieri, come anche cose decisamente più sensate come l’opposizione alla Discarica del Limoncino o il rifiuto del Rigassificatore; il tutto però senza una critica alle politiche regionali-nazionali del patto di stabilità, che obbliga le amministrazioni locali a subire tagli che si ripercuotono negativamente sui cittadini.
In questa situazione come SA, dopo aver tentato di costruire un’alternativa unica che potesse anche coinvolgere le istanze e i movimenti che in questi anni si sono opposti al sistema di potere del PD, abbiamo deciso che, come organizzazione politica, la nostra partecipazione alle elezioni con una propria lista fosse non sufficiente e utile a portare nel dibattito elettorale le problematiche cittadine affrontate da un punto di vista anticapitalistico.
Pensiamo che le elezioni siano solo un passaggio per la costruzione di movimenti di lotta e che questi debbano svilupparsi in primo luogo tra i cittadini, i lavoratori , i disoccupati e precari, insomma tra tutti quelle donne e uomini che subiscono le politiche capitalistiche con le loro ricadute negative sia sulla loro vita che sull’ambiente che ci circonda.
Per questo invitiamo, chi vuole andare a votare, a votare quelle liste e quei candidati che si schierano, nonostante le loro contraddizioni, a “sinistra” del PD, e che dichiarano di opporsi in senso anticapitalista al sistema di potere dominante nella nostra città, dichiarando fin da adesso la loro non disponibilità a qualsiasi forma di accordo o alleanza con il PD, anche in fase di un eventuale ballottaggio.
Ma poi invitiamo, ancor più fortemente, tutti quelle cittadine e quei cittadini, al di là delle urne e delle scadenze elettorali, a costruire forme conflittuali di autorganizzazione nei propri posti di lavoro, in difesa dei propri diritti, a partecipare alle lotte ambientali insieme ai comitati , per il diritto alla casa, sostenendo le tante famiglie che oggi si trovano per la strada. Occorre creare una opposizione reale e vera che non si deve fermare sulla soglia del Comune.
LE NOSTRE VITE VALGONO PIU’ DEI LORO PROFITTI!
NELLE URNE E NELLE PIAZZE CONTRO LE POLITICHE LIBERISTE DI AUSTERITA’ DEL PD E DLE GOVERNO RENZI ALFANO!