Georgia: contro la guerra per la costruzione di un movimento di solidarietà internazionale tra i popoli.

da Rouge 12/8/08

Ormai da diversi giorni la guerra nel caucaso che oppone, in un brutto remake di guerra fredda, le truppe russe a quella della Georgia ha fatto numerose vittime.
I morti ed i feriti si contano già a migliaia e le distruzioni rendono ancora più difficile  la vita quotidiana di popolazioni che già versavano in miseria.
I rapporti di forza militari sono certamente asimmetrici. Ma le ragioni di questo conflitto sono multiple, ed i torti condivisi.
L'offensiva, probabilmente male calcolata, lanciata dai responsabili georgiani è motivata allo stesso tempo dalla volontà di fare rispettare l'integrità territoriale di uno Stato dai confini contestati e quella di affermarsi politicamente e militarmente di fronte al vicino russo.
I dirigenti russi vogliono  a loro volta dimostrare all'UE ed agli Stati Uniti  che sono di ritorno come forza imperialista di primo piano, che rivendicano il ruolo di gendarme regionale e che l'entrata nella NATO di molti paesi e regioni in passato membri del Patto di Varsavia costituiscono ai loro occhi una minaccia. Da questo punto di vista, la responsabilità dei dirigenti occidentali che hanno fatto la scelta di allargare la NATO, organizzazione alla quale la Georgia intende aderire, è ben delineata. Il fatto che il Caucaso sia una regione strategica dal punto di vista delle risorse petrolifere aumenta ovviamente gli interessi degli occidentali.
Per il resto, i regimi russo e georgiano presentano diverse similarità. Sono entrambi ultranationalisti, autoritari e militaristi e la maggioranza della popolazione di questi paesi non ha nulla da guadagnare in tale conflitto. Al di là delle frontiere, gli interessi del mondo del lavoro sono ovunque gli stessi. La fraternità di classe deve imporsi,  anche attraverso il rispetto del diritto di tutti i popoli a disporre di se stessi.
Medvedev ha  annunciato la fine delle operazioni militari della Russia. Resta il fatto  che la situazione rimane confusa sul campo ed esplosiva in tutta la regione.
Anche l'esplosione di questo focolaio dimostra che è  indispensabile la costruzione di un movimento di solidarietà internazionale tra i popoli.