Comitato Limoncino: "Bellabarba Utilizza Il Ricatto Del Lavoro Per Portare Avanti La Discarica"
Le affermazioni di Bellabarba sul
Tirreno del 27 settembre servono a dirottare il problema "discarica"
sul versante sociale. La questione dei 60 posti di lavoro a rischio è
falsa e speciosa : falsa, perché un'impresa piena di appalti di opere
pubbliche e private (vedere il sito Bellabarba.it ) non ha certo
problemi nel reimpiegare le risorse umane altrove.
Inoltre, se vogliamo parlare delle difficoltà delle imprese edili che
dovevano ricevere il suo materiale, possiamo dire anche in questo caso
che il materiale può essere recuperato da altre parti. Altrimenti,
prima dell'operatività della cava dove si rifornivano le imprese?
Aggiungiamo che con il 30 settembre è scaduta anche l'autorizzazione
alla 'coltivazione' della ex cava, quindi da quel sito non deve più
provenire alcun tipo di materiale edile.
La questione dei 60 posti di lavoro a rischio è speciosa, perchè è la
solita logica arrogante, ricattatoria e mafiosa di Confindustria, che
colpisce degli innocenti - che tiene in ostaggio col ricatto lavorativo
- per punire chi si oppone e dividere un fronte che potrebbe essere
unito.
Con la stessa logica i nazisti tedeschi rastrellavano vittime innocenti
uccidendole per rappresaglia contro i partigiani! Con la stessa logica
la Fiat minaccia di abbandonare l'Italia e mandare a casa i lavoratori
se le sue condizioni capestro non vengono accettate.
Non ci aspettiamo che tutti i lavoratori siano dalla nostra parte per
forza, ma crediamo che non debbano sottostare a nessun rastrellamento e
a nessuna intimidazione, almeno finché saremo in democrazia e potremo
combattere le ingiustizie e le prepotenze di chi si sente 'il più
forte'. Noi siamo con i lavoratori e chiediamo il loro appoggio morale
- sia pur silenzioso, ben sapendo che non possono esporsi -, poiché il
nostro sacrificio è anche per il loro bene e quello dei loro figli.
Il Comitato per la tutela della cava di Limoncino
1 ottobre 2010