Sull'accordo integrativo in Piaggio
Il
movimento politico Sinistra Critica ritiene che la firma dell’ipotesi
di accordo integrativo in Piaggio da parte dei delegati di Fim, Uilm e
Ugl costituisca una beffa ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori.
Per quanto riguarda la parte salariale, gli aumenti previsti sono
del tutto irrisori ed al di sotto di quanto rifiutato da tutte le
organizzazioni sindacali ad Ottobre. C’è inoltre un aumento della
flessibilità e un peggioramento delle condizioni di lavoro
e fortemente penalizzati sono i contratti a termine. Imponendo
questo accordo, la Piaggio ha scelto, conl’avallo dei sindacati
concertativi, di far pagare agli operai ladiminuzione dei propri
profitti nel 2008. Peccato che, quando negli anni scorsi i suoi utili
erano alle stelle, all’Azienda non sia mai venuto in mente di attuare
serie politiche di incremento salariale. Oggi la Piaggio sta già
decurtando gli stipendi rispetto al 2008, in una logica di totale
discrezionalità da parte dell’impresa.
L’esito della trattativa in
Piaggio pone inoltre un serio problema di democrazia sindacale. È
un fatto inaudito che sigle rappresentanti la minoranza della
delegazione trattante (5 Rsu su 11) possano sottoscrivere un accordo la
cui versione precedente, rispetto alla quale sono stati apportati
ulteriori peggioramenti, era stata rigettata dalle assemblee dei
lavoratori.
Per quanto le sigle firmatarie costituiscano la
maggioranza dell’intera delegazione Rsu, ciò è dovuto all’iniquo ed
antidemocratico meccanismo di rappresentanza sindacale, che garantisce
ai confederali il 33% dei delegati, e non al voto reale della
maggioranza dei lavoratori.
Per questi motivi, Sinistra Critica
sostiene le ragioni del no all’accordo sindacale ed invita le
lavoratrici e i lavoratori a rigettarlo nel referendum che si terrà tra
qualche settimana. Appoggiamo anche le iniziative di lotta che gli
operai hanno già avviato all’interno della fabbrica come lo sciopero
del 12 Marzo, su cui è mancato il sostegno da parte dei militanti Fiom
vicini al Partito Democratico. Pensiamo invece che il percorso verso il
referendum vada costruito attraverso una forte mobilitazione che punti
a coinvolgere il massimo numero possibile dilavoratori.
Riteniamo
che gli stipendi medi dei lavoratori italiani, soprattutto quelli degli
operai, siano troppo bassi per assicurare loro una vita dignitosa. Per
questo motivo, abbiamo presentato in parlamento la prima proposta
di legge di sinistra dell’attuale legislatura, grazie al raccoglimento
di oltre 54mila firme in tutta Italia, di cui 1100 in provincia di
Pisa. La nostra proposta prevede l’istituzione del Salario Minimo
Intercategoriale (Smic) di 1300 € al mese, il salario sociale e le
pensioni minime a 1000 € al mese, La restituzione del fiscal drag e la
reintroduzione della scala mobile. Sono tutte misure volte a ridare ai
lavoratori quello che hanno perso negli ultimi anni e a far pagare il
prezzo dell’attuale crisi economica a chi ha fatto profitti alle loro
spalle.
Sinistra Critica
Coordinamento Provinciale di Pisa