Riprendiamo questo comunicato del "Sindacato è un'altra cosa - opposizione in CGIL"
di Livorno poichè ne condividiamo anche i contenuti.
Leggiamo sul sito della CGIL di Livorno le dichiarazioni di Franca Taddei segretaria confederale provinciale responsabile politiche sociali e sanità in riferimento al fatto che il sindaco Nogarin non abbia ancora ricevuto i sindacati confederali dopo una richiesta avanzata ormai nel novembre dell'anno scorso.
Ovviamente pensiamo che quello del sindaco non sia un comportamento opportuno e che anzi sia gravemente omissivo per il fatto di oscurare completamente l'opinione di rappresentanti di un sindacato come la CGIL che ha 50.000 lavoratori iscritti in provincia.
Tuttavia i contenuti espressi nella dichiarazione non ci trovano d'accordo su molti punti a cominciare dal definire minoritario il sindacato FIALS perché esso, purtroppo, nella sanità livornese non lo è. Diciamo purtroppo perché trattasi di un'organizzazione sindacale che per la sua storia e per le sue posizioni a livello nazionale si configura tipicamente come corporativa, ma che a Livorno ha trovato un terreno fertile nel coagulare il dissenso e così attrarre un cospicuo numero di lavoratori della sanità che corporativi non sono. Ma i dirigenti della CGIL si sono domandati perché questo sindacato autonomo trova tale seguito fra i lavoratori? Una delle risposte più realistiche a questa domanda è che la CGIL nell'ambito della sanità livornese per lunghissimi anni è stata condiscendente nei confronti di molte decisioni della direzione aziendale con conseguente perdita di affidabilità di fronte ai lavoratori.
A questo proposito ci domandiamo come mai non sono stati ancora diffusi i dati comparativi delle recenti elezioni RSU dell'Asl. n. 6 con quelle del 2012, quando alcune indiscrezioni raccolte alludono ad una complessiva tenuta del nostro sindacato su tutto l'ambito dell'azienda, ma per la zona di Livorno riportano un'ulteriore netta erosione della fiducia dei lavoratori nelle politiche e nella prassi di questa CGIL.
Questi arretramenti, a nostro parere, sono alimentati anche dalla vicinanza della CGIL al PD e non solo sulla questione della sanità, cosicché il nostro sindacato appare come una emanazione collaterale di questo partito. Anche con queste stesse note polemiche infatti la Segretaria Taddei che in tutto il comunicato riesce a non citare mai il Presidente Enrico Rossi, vero responsabile della crisi della sanità nella nostra città, dimostra di sbagliare bersaglio.
Ma veniamo ai contenuti che riguardano gli interventi e le trasformazioni delle strutture sanitarie. Nel testo si lamenta il fatto che vi è stato un taglio indiscriminato dei posti letto nella nostra provincia, la quale, aggiungiamo noi, ha un numero di posti letto in relazione alla popolazione nettamente inferiore a quello delle altre province toscane; ma contro i tagli che si sono succeduti inesorabili negli anni, quali sono state le iniziative di lotta della CGIL o quanto meno iniziative a livello informativo?
Forse qualcuno ce le vorrà ricordare perché a noi non ne sovvengono e anzi ci sovvengono le dichiarazioni di accordo della CGIL regionale con i piani sanitari che prevedevano queste operazioni, non ultimo l'approvazione della sostanza del piano di riorganizzazione e accorpamento delle ASL portato avanti dal presidente Rossi. Stupisce poi che si denuncino i tagli ai posti letto ospedalieri e subito dopo ci si dichiari d'accordo con il progetto del nuovo ospedale che prevedeva, come ben si sa, un'ulteriore diminuzione di posti letto ospedalieri, ed era stato per di più concepito sulla base del modello "intensità di cura" che si sta dimostrando, nei fatti, sempre più nefasto per cittadini/e e lavoratori /trici.
Appare velleitario, oltre che ininfluente, appellarsi alla mancata messa in atto dei modelli della gestione della cronicità (case della salute e medicina d'iniziativa): essi infatti sono attività che dovrebbero essere a carico dei medici di medicina generale, praticamente dei liberi professionisti convenzionati con la regione, i quali in assenza di validi incentivi oppure valide sanzioni non hanno alcun interesse ad accollarsi l'onere di tali iniziative.
Del resto a Livorno le strutture di base che c'erano, come i distretti socio-sanitari, sono andati sempre più diminuendo e accentrandosi partendo dal numero di undici degli anni ottanta per arrivare ai tre di oggi, perdendo così quella che doveva essere la loro ragion d'essere che era di avvicinare la cura, la prevenzione e la riabilitazione alla popolazione. Anche qui purtroppo non ci risultano grandi battaglie della CGIL per difendere il decentramento sanitario.
Non una parola di critica quindi viene spesa nella dichiarazione contro le politiche del presidente Rossi né dell'annunciato riduzione dei trasferimenti per la sanità (di circa 250 milioni per la Toscana) operata dal governo Renzi. Facendosi scudo di questi tagli il presidente della regione annuncia un accorpamento delle ASL che allontanerà i centri decisionali sulla salute dal controllo dei cittadini, concentrerà inevitabilmente le risorse ed i servizi e darà ancora un maggior potere ai potentati universitari ospedalieri.
Inoltre il modello d'ospedale a intensità di cure, soprannominato da un noto medico toscano il Dott Giorgio Trulli, “a intensità di risparmio” e criticato da altri notissimi studiosi come il prof. Giuseppe Remuzzi, con cui si dichiara invece d'accordo la segretaria, non è altro che questo. Dove è stato applicato in Toscana, come ben sanno i pazienti che ne fanno le spese e gli operatori sanitari coinvolti a tutti i livelli, sta dimostrando i suoi nefasti effetti.
Come si fa poi a dichiararsi contrari alle convenzioni con i privati quando la maggioranza della CGIL in questa regione ha accolto senza proteste e anzi concertato la famigerata delibera 1235/12 che favorisce la privatizzazione attraverso il cosiddetto “privato sociale, e non solo.
Ovviamente siamo d'accordo con l'incentivazione della diagnostica e l'aumento delle assunzioni per abbattere i tempi di attesa. Per fare questo bisognerebbe affrontare e contrastare l'attuale determinazione del Presidente della Regione che invece, contro ogni logica, si appresta a dichiarare esuberanti centinaia di medici e infermieri applicando la spending review e bloccando per due anni la possibilità di rimpiazzare coloro che con tale legge vengono mandati in pensione. Ma c'è di più nelle intenzioni di Enrico Rossi il quale dichiara: “la sanità toscana è sbilanciata verso l'alto” preludendo a una attribuzione di funzioni degli infermieri professionali agli operatori socio sanitari e dei medici agli infermieri professionali con uno scivolamento di mansioni verso il basso con inevitabile perdita di qualità e sicurezza per gli utenti.
Insomma negli ultimi lustri vi è stata la carenza da parte della CGIL di risposte conflittuali alla governance della sanità a livello locale e regionale e anzi c'è stata la concertazione e il pratico via libera a ogni provvedimento di taglio e di esternalizzazione. Quindi ben venga la critica e la contrapposizione con il quadro politico esistente, ma essa va fatta a tutto tondo nello spazio e nel tempo, dimostrando nei fatti che non ci sono amministrazioni amiche, altrimenti esse rischiano di essere un ulteriore fattore di perdita di credibilità.
Livorno 13/3/2015