L'alluvione di Livorno non è frutto della casualità e della malasorte.

Pioggia assassina… Tempesta Killer…. Il nubifragio fa strage a Livorno.

Questi sono alcuni titoli di giornali su quello che è successo a Livorno. Tutti titoli che lasciano sottintendere come sia cattiva la natura, che invece di piegarsi al volere dell’uomo si ribella.

Questo è ormai il concetto che deve passare, la natura deve sottomettersi al profitto e lasciar fare tutto ai soliti noti in nome degli affari, magari anche garantendo qualche briciola occupazionale per dare un senso ai bonzi sindacali che di senso non ne hanno.

Vogliono avere il diritto di sfruttarla senza subire alcuna conseguenza. Vogliono estrarre petrolio, tagliare alberi, scavare montagne, ricoprila di cemento senza che niente possa succederci.

Purtroppo però non funziona così.

Il mondo non è un sistema infinito, come si agisce su qualcosa si va a modificare qualcos’altro. E il cambiamento climatico è una di queste conseguenze. Non basta rinchiudersi nello studio ovale ed invocare gli amici immaginari per fermare gli uragani.

Quello che è successo a Livorno, malgrado l’eccezionalità delle precipitazioni, non può essere addebitato solo alla casualità, alla sfortuna, ad un fatto unico e non ripetibile.

Il nostro territorio, in special modo quello comunale, è stato negli ultimi anni sottoposto ad operazioni speculative che hanno impermeabilizzato larga parte di quelle zone che una volta erano lo sfogo naturale delle acque. Se a questo poi si aggiunge una bassa attenzione alle colline livornesi, una pulizia forse non sufficiente dei suoi torrenti  e delle opere di salvaguardia non all’altezza della situazione, forse invece che sperare in amici extraterreni si può arrivare a comprendere come è successa la tragedia che ci ha colpiti.

Decennale consumo indiscriminato di territorio, in modo particolare a sud della città, costruzioni su aree limitrofe a ruscelli e rii, per non parlare dei corsi tombati, sono solo gli aspetti più evidenti del malgoverno del territorio targato da sempre PCI-DS-PD.

Possiamo dire che la cementificazione di borgo di Magrignano prima, poi quella dell’Area del Levante (zona commerciale con immensi parcheggi) e successivamente quella ad uso residenziale adiacente , hanno ridotto notevolmente la superficie che permetteva all’acqua di infiltrarsi e di non andare ad ingrossare ancor di più il rio maggiore?

E poi, possiamo sapere che fine fanno i soldi che i cittadini livornesi pagano tutti gli anni al “Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa”?

Il Presidente del Consorzio sostiene che hanno speso vari milioni di euro per pulizie e opere di sicurezza: beh, possiamo dire che sembrano spesi mali?

Appare evidente che le opere idrauliche, a difesa della parte sud ovest di Livorno, che sono costate quasi 5 milioni, barattate  (in gergo tecnico si dice “ operazioni a scomputo”) con i permessi per costruire il Nuovo Centro sono risultate evidentemente inutili.

E guarda caso i soggetti interessati in tutte queste operazioni sono gli stessi che da anni fanno, sfanno e rifanno  su tutto il territorio livornese: il gruppo Fremura, l’Unicoop Tirreno, la CLC, le imprese Abate e  Bellabarba.

Pensiamo che a questi dubbi sia necessario dare una risposta chiara, pensiamo però che la questione del territorio, della pianificazione urbana, della gestione delle risorse naturali, non possa essere lasciata solo ai ”professionisti della politica”, alle imprese e ai sindacati: gli stessi che hanno cercato di costruire nelle aree oggi più colpite della città quel nuovo ospedale che aveva in realtà due sole funzioni nascosta dietro ad un velo "modernista": speculazione immobiliare e privatizzare la sanità pubblica.

Le polemica di Rossi appaiono quindi molto inopportune. Il Pd dovrebbe avere il buongusto di tacere.

In realtà sta a noi riprendersi il nostro futuro in mano. A Livorno vogliamo la verità, ma vogliamo anche che la giunta, il Sindaco, abbiano il coraggio di fare quello che avevano promesso in campagna elettorale: “Basta cemento”. Li aspettiamo quindi sulla questione dell'edificazione degli Orti urbani di via Goito, che si sviluppano nelle vicinanze della casa dove ci sono state 4 vittime e dove l'amministrazione 5 stelle sta dimostrando ad oggi la sua totale subalternità a tutti i poteri speculativi che governano Livorno.

13/9/2017

Sinistra Anticapitalista Livorno