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BASTA GUERRE E
FABBRICHE DI MORTE!
MERCOLEDÌ 17 LUGLIO 2024 ORE 21:00 PRESIDIO IN TERRAZZA MASCAGNI Gli ultimi sviluppi sulle
politiche di guerra avallate dall'attuale
governo coinvolgono direttamente anche il nostro
territorio.
Da una parte il passaggio della ex Wass da Leonardo a Fincantieri che riguarda lo stabilimento in via di Levante a Livorno. Nonostante il passaggio, il sito continuerà a produrre armamenti come siluri e sonar e ad essere di conseguenza complice di guerre in varie parti del mondo senza aver, oltretutto, garantito la stabilità occupazionale. Motivo per cui, lo scorso venerdì 12 luglio, eravamo davanti alla Ex Wass per chiedere la riconversione a produzione civile garantendo i posti di lavoro per tutti e per evidenziare la complicità nel genocidio palestinese e dire quindi basta alla vendita di armamenti ad Israele. Dall'altra la notizia dello stanziamento di 20 milioni per la costruzione della nuova base militare nell'area CISAM a San Piero a Grado, che vede anche una lievitazione importante dei costi complessivi, l'ennesima opera di guerra e devastazione ambientale. Tutto ciò in un contesto internazionale sempre più delicato in cui l'escalation bellica è oramai arrivata al culmine. Mercoledì 17 luglio saremo quindi in piazza in Terrazza Mascagni a Livorno contro la complicità del governo italiano con le guerre in corso, per dire no all'industria bellica e l'insediamento della nuova base militare nel territorio pisano e rilanciare anche l'importante due giorni che il Movimento No Base sta organizzando per il 20 e il 21 luglio al presidio dei tre pini a San Piero a Grado (Pi). * Coordinamento Antimilitarista Livornese * Rete Livorno contro le guerre La Sinistra di
Collesalvetti, ringrazia tutti coloro che nei
giorni 8 e 9 giugno, recandosi alle urne, hanno
espresso la loro fiducia alla nostra lista e ai
nostri candidati e alle nostre candidate.
Nonostante la percentuale raggiunta (8,5%), una
legge elettorale iniqua non ci permette di
rappresentarvi in consiglio Comunale. Dato che il
primo turno non ha decretato un vincitore,
probabilmente anche a causa dell’alta percentuale
di astensionismo, domenica 23 giugno si terrà il
ballottaggio tra il centro sinistra e la destra.
La Sinistra di Collesalvetti, mantenendo coerenza
con quanto detto in campagna elettorale e le
scelte fatte, invita i propri elettori ed
elettrici ad esercitare il proprio diritto al
voto, lasciando libera scelta, senza indicazioni
di voto, ma tenendo sempre conto quali sono i
nostri valori distintivi, le nostre radici, la
nostra storia e i nostri principi quali: la tutela
dei diritti, la giustizia sociale, l’uguaglianza e
soprattutto l’ANTIFASCISMO.
Augurando a tutti un buon voto, ci troverete sul nostro territorio per il lavoro e per la lotta. Elezioni Comunali Livorno e Collesalvetti: un voto di lotta A Livorno invitiamo a votare la lista “Livorno Popolare” dando in primis la preferenza ad Aurora Trotta. A Collesalvetti la nostra compagna Giulia Siringo nella lista "Sinistra di Collesalvetti". A FIRENZE LA SINISTRA FA LA SINISTRAPer le elezioni conunali del 8 e 9 giugno Sinistra Anticapitalista Livorno invita a votare la lista "la sinistra di collesalvetti" dove è presente con una propria rappresentanza Francia, inverno proìimavera 2023
Aderisce Sinistra Anticapitalista ToscanaUn NO unitario contro
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Sinistra Anticapitalista Toscana ritiene che la legge 28/2015 della Regione toscana sia una brutta legge la quale dietro la parola "riordino" nasconda in realtà la volontà politica di tagliare la qualità e l'entità complessiva dei servizi erogati ai cittadini. Essa perfeziona fra l'altro l'introduzione del privato nella gestione della sanità, introduzione che era stata già sancita da precedenti provvedimenti legislativi e delibere di giunta , come la famigerata delibera 1235. Mette in atto un pesante attacco ai lavoratori del settore inventando inesistenti esuberi e infine accentra tutto il potere su tre megadirettori di diretta nomina presidenziale allontanando sempre di più la sanità pubblica dal già scarso controllo democratico che potevano esercitare le comunità locali e creando enormi rischi di disequilibri territoriali.
Sinistra Anticapitalista ritiene che tutto questo apra sempre più la strada al dilagare della sanità privata, alle polizze di assicurazione sanitaria e quindi alle compagnie assicurative con il risultato a medio/lungo termine di rendere la sanità pubblica una realtà di serie b.
Una sanità pubblica di qualità e universale, che abbia come unico finanziatore la fiscalità generale, è l'unica garanzia del diritto alla salute per tutti i cittadini come previsto dalla costituzione.
Ovviamente non basterà l'eventuale vittoria del referendum per arrestare la campagna di tagli e privatizzazioni del governo nazionale e locale e saranno necessarie nuove lotte, ma l'abolizione di questa legge non potrà che favorire la battaglia per una sanità pubblica di qualità.
Per questo la nostra organizzazione aderisce alla raccolta delle firme e alla campagna referendaria per il Si all'abrogazione della legge 28/2015 e invita i/le lavoratori/trici, i/le pensionati/e, i/le cittadini/e a firmare numerosi la richiesta di referendum affinché si raggiunga e si superi il numero necessario di firme nel più breve tempo possibile.
Sinistra Anticapitalista Toscana
Invitiamo tutte e tutti a firmare questo appello di solidarietà con le compagne e i compagni greci che si stanno opponendo all’applicazione di un terzo Memorandum in Grecia. Le firme saranno trasmesse ai compagni di Unità Popolare alla fine del mese di agosto.
Dal 2010 il popolo greco sta subendo un attacco senza precedenti da parte delle istituzioni che rappresentano i creditori.
Dal mese di luglio 2015, la stampa internazionale e italiana ha dato ampie informazioni sulla valanga di misure di austerità che colpiscono l’insieme della classe lavoratrice e gli strati sociali più diseredati (pensionate/i, disoccupate e disoccupati, giovani costretti a migrare…) . Come purtroppo sappiamo molto bene anche nel nostro paese, a tutto questo si aggiungono un’ondata di privatizzazioni, la distruzione dei servizi pubblici e l’estrema precarizzazione del mercato del lavoro, ossia il super sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori salariati che dispongono di un impiego e la chiusura di ogni prospettiva per le/i disoccupate/i. Quest’insieme di diktat di chiara impronta classista mira a colpire anche le regole più elementari della democrazia parlamentare.
In questo contesto, noi non possiamo che sostenere coloro che nella società greca e in parlamento si sono opposti al fatto che il governo Tsipras applichi queste misure antisociali, determinando uno stato d’animo di rassegnazione nella massa delle lavoratrici e dei lavoratori, secondo cui non vi sarebbe alternativa e non sarebbe possibile alcuna resistenza ai poteri del capitale e delle sue istituzioni.
Il nostro sostegno è oggi rivolto, tra gli altri, al raggruppamento politico che si è costituito – su impulso della Corrente di sinistra e del Red Network – sotto il nome di Unità popolare, che esprime e dà voce al vasto NO alle politiche di austerità che si è espresso con il referendum del 5 luglio.
Le militanti e i militanti e le molteplici organizzazioni e correnti che formano questo fronte dell’Unità popolare conducono la nostra stessa lotta, quella che stiamo cercando di costruire in Italia e in tutta Europa, contro coloro che attaccano i diritti sociali e democratici dell’insieme delle lavoratrici e dei lavoratori così come dei loro alleati sociali.
Per aderire all’appello scrivere a nomemorandum@gmail.com indicando nome e cognome, città, eventuali incarichi sindacali e/o politici.
Eliana Como (direttivo nazionale Cgil); Nicoletta Dosio (Movimento No Tav)
Sergio Bellavita (direttivo nazionale Cgil); Fabrizio Burattini (direttivo nazionale Cgil); Francesco Cori (Autoconvocati della scuola di Roma); Giorgio Cremaschi (ex segretario nazionale Fiom); Giuliana Righi (comitato centrale Fiom); Aldo Giannulli (docente universitario); Antonio Moscato (storico); Annamaria Rivera (docente universitaria); Aldo Zanchetta (economista); Checchino Antonini (giornalista); Fausto Pellegrini (giornalista); Imma Barbarossa (coordinamento nazionale Altra Europa); Piero Maestri (Rete Communia); Gigi Malabarba (RiMaflow, Rete Communia); Cristina Quintavalla (coordinamento nazionale Altra Europa); Riccardo Rossi (candidato presidente Altra Puglia); Franco Russo (ex deputato); Nando Simeone (Sinistra Anticapitalista); Sandro Targetti (direzione nazionale Prc); Franco Turigliatto (ex senatore, Sinistra Anticapitalista); Arianna Ussi (direzione nazionale Prc)
L'esperienza degli orti urbani assume grande importanza per il coraggio con cui questa esperienza ha legato l'autogestione da parte di cittadin@ di un terreno urbano abbandonato - e destinato alla speculazione - alla costruzione di una coscienza collettiva che si pone con forza contro la cementificazione, il consumo del territorio, il diritto dei cittadini di decidere della propria vita, della propria città.
Questa esperienza ha svelato non solo l'arroganza e la subordinazione alla rendita della precedente amministrazione PD collaterale agli interessi dei suoi tradizionali amici (più o meno ammantati di un velo di valori cooperativi talmente liso che si lacera al primo soffio di vento), ma anche l'insipienza di una nuova amministrazione incapace di superare il legalitarismo e l'istituzionalizzazione del suo agire per cui si nasconde sempre dietro al dito del "non è legale", del "non si può fare", de "l'ultima interpretazione giuridica della dottrina va in senso contrario", ecc.
I giuristi individuano a fianco della Costituzione giuridica una "costituzione materiale" che interpreta secondo le culture e gli interessi dominanti in una data fase storica i principi di quella formale. In questi ultimi anni troppa forza hanno preso le interpretazioni liberiste e reazionarie e per questo ogni nostro agire deve essere interpretato come un primo passo verso la costruzione una "nuova costituzione materiale" che abbia nei valori originari costituzionali e nella solidarietà e nella difesa dei beni comuni e collettivi il suo principale dettame. Quello che agli occhi dei difensori degli interessi speculativi può apparire come qualcosa di "illegale" in realtà risulta essere una semplice resistenza contro chi in questi ultimi decenni ci ha rubato diritti e democrazia in nome dei profitti e degli interessi particolari e di classe.
In questi ultimi anni si è dimostrato che tutto è possibile (il "si se puede" dei compagn@ spagnoli), soprattutto se si riesce a dare voce agli interessi di chi sta in basso, dei settori popolari, dei lavorator@, coscienti che ormai qualsiasi valore realmente democratico va a colludere immancabilmente con gli interessi di fondo del sistema e in ultima analisi delle sue istituzioni; locali, nazionali ed internazionali (vedi TTIP).
Con la manifestazione di domenica 2 agosto si deve ribadire ancora una volta che il diritto di proprietà dei terreni non è legato al diritto di edificare, che non deve essere rispettato alcun astratto diritto di proprietà fondiaria se i progetti ad essa legati non andranno nel senso di soddisfare i bisogni sociali primari (a partire dal verde, dai servizi pubblici, e dalla valorizzazione di questa esperienza autogestionaria democratica).
Non va accettato alcun progetto che non sia sottoposto ad un controllo popolare e democratico definito in strutture di autogoverno, cosa ben diversa dalle ritualità che si svolgono dentro le aule consiliari o le stanze chiuse di Municipi dove interessi particolari e speculazioni si incontrano nello squallido mercato dell'"urbanistica contrattata".
Bisogna quindi aprire nuovi processi costituenti che rompano con una pseudodemocrazia che dalla Spagna alla Grecia, passando per le varie mafiecapitali (Milano-expo, Venezia-Mose, Roma…) locali, stanno dimostrando tutta la loro putrefazione.
Nessuna nuova area a Livorno deve essere edificata, né dentro la città né al di là della variante. Non devono essere più ripetuti obbrobri come il "nuovo centro"!
Per questo bisogna impedire che nuove aree liberatesi in questi giorni, per altro di pregio e vicine all'esperienza degli orti urbani di via Goito come il deposito CTT nord, diventino luogo di speculazione dei soliti squali.
Questo deve essere ribadito nei nuovi piani urbanistici che a breve verranno discussi e adottati a Livorno.
L'area degli orti deve ritornare ad essere classificata area per il verde pubblico e per servizi. Ma non solo.
Lo stesso progetto della "darsena Europa" deve essere immediatamente bloccato in assenza di un piano nazionale dei porti che superi la fase d'indirizzo e sia capace di avviare una reale programmazione che tenga conto degli interessi dei territori definiti democraticamente (senza ingerenze da parte degli investitori del project financing) e fino a che non saranno date garanzia ambientali sulla sua costruzione, basate su studi indipendenti relativi non a generici piani ma ai progetti reali.
Le "Grandi opere" arricchiscono, spesso illegalmente, solo chi le fa!
Dobbiamo quindi impedire che la progettazione del water front del porto diventi l'ennesima squallida speculazione, non solo per la sua possibile bruttezza ma soprattutto per le conseguenze sociali e occupazionali devastanti per i cittadin@ che comporterà.
E non ci vengano a dire, in modo particolare i sindacati di categoria, che così si riduce l'occupazione nel settore edile. Tutti sanno bene che esistono grandi quantità di lavori nel settore specialmente nella difesa della salute (bonifica amianto) e dell'ambiente, nella riqualificazione urbana del tessuto esistente, nel risparmio energetico, nella costruzione o messa in sicurezza di scuole e edifici pubblici, nell'antisismica: lavori che richiedono una riconversione che il settore edile del nostro paese non è in grado di svolgere perché arretrato, troppo frantumato, abituato all'illegalità, al facile guadagno, infiltrato dalle varie mafie…
Tutti coloro che propongono le solite "innovative idee" devastanti per la città e l'ambiente (come quelle ultimamente espresse in una scadenza istituzionale purtroppo senza che il "prestigioso" relatore venisse zittito da una fragorosa risata da parte del pubblico e dei rappresentanti istituzionali presenti) non devono più avere cittadinanza a Livorno. Hanno fatto fin troppi danni.
Anche per questo tutt@ alla manifestazione di domenica 2 agosto!
SINISTRA ANTICAPITALISTA LIVORNO
Ex Lucchini: acciaio amaro
a Piombino
di Sergio Bellavita.
Acciaio amaro a Piombino ma, come giustamente mi ha fatto notare un compagno, l’acciaio è sempre stato amaro. Solo che colpisce la durezza di quanto subiranno i lavoratori della ex Lucchini che passeranno alle dipendenze del nuovo padrone algerino in virtù dell’accordo sottoscritto da Fim-Fiom-Uilm. La spoliazione di quanto conquistato negli anni con la contrattazione aggiuntiva al contratto nazionale è quasi totale.
Un salto indietro dal punto di vista economico assai pesante.
La condizione che la Cevital ha posto per la riassunzione di tutti i lavoratori, che per metà resteranno a casa sino al 2016, sa di un duro ricatto. O prendere la nuova occupazione, stesso lavoro ma ad un salario inferiore e con un sostanziale blocco delle retribuzioni nei prossimi anni, o la prospettiva della chiusura. Sono migliaia gli accordi, come quello di Piombino, che derogano al codice civile che garantisce il mantenimento dei diritti acquisiti. In questo caso, per storia e dimensione, la vertenza ha avuto gli onori delle cronache, ma in tantissimi altri casi, e sono la maggioranza, il processo di spoliazione sotto ricatto avviene nel silenzio assoluto.
Parte rilevante dei gruppi dirigenti del sindacato ha ormai assunto il principio del meno peggio. Meglio cioè contrattare la restituzione sotto ricatto piuttosto che affrontare il rischio di uno scontro dall’esito assai incerto. Una scelta disastrosa per due ragioni. Da una parte la linea sindacale inevitabilmente si adegua progressivamente ad accettare i limiti sempre più mortificanti che si producono. Non si pone cioè nessun limite nelle pratiche contrattuali contribuendo così direttamente a rendere sempre più pesante il ricatto possibile. Dall’altra parte a livello generale un sindacato che pratica e rivendica la contrattazione di restituzione non potrà mai lottare davvero contro le politiche d’austerità per la semplice ragione che ne chiede l’applicazione ai lavoratori nelle singole aziende.
Che fare quindi? Se c’è un insegnamento da trarre nella vicenda della ex Lucchini è quello che parla della necessità di costruire una linea ed una pratica sindacale che impediscano di finire nel non avere alternative davanti al ricatto.
Un sindacato all’altezza di affrontare una fase così complicata dovrebbe porsi il problema di come unificare le lotte e dare una prospettiva generale che esca dal ruolo angusto e infausto di sperare in una nuova proprietà. Dovrebbe porsi davvero il problema della nazionalizzazione delle grandi imprese, di un nuovo grande piano di intervento pubblico in economia non per finanziare le imprese private come nel caso della Lamborghini ma per costruire impresa comune. Il lavoro si certo, ma non ad ogni costo.
Questo è un altro degli altri grandi temi su cui costruire battaglia politica. Per non cadere nel ricatto serve una politica di sostegno ai redditi. Se il lavoro viene prima di tutto, e sopra ogni cosa, viene da se che qualsiasi condizione è trattabile.
Se il lavoro è l’unica forma di sostentamento possibile difficile immaginare che si possa resistere efficacemente ai ricatti delle imprese.
Quella scritta a Piombino non è una bella pagina della storia del sindacato in questo paese. Non lo è per i lavoratori ai quali nulla si può rimproverare. Non lo è per la Fiom che domani apre una riflessione pubblica sulla costruzione di una coalizione sociale che, ambiziosamente e giustamente, si pone il tema della risposta ai crescenti bisogni sociali. Non lo è per il valore generale che assume nei confronti di tante altre vertenze ancora aperte. In fondo questa è l’altra faccia della profonda crisi del sindacato.
La crescente rassegnazione, disillusione e passività sociale sono la diretta conseguenza delle sempre più brutte notizie che il sindacato porta nelle assemblee. Senza la ricostruzione di senso e efficacia del sindacato saranno in molti a pensare che serve a poco o nulla la sua esistenza.
Queste
politiche non sono, infatti, una novità
dipendente dal “nuovo corso” renziano,
ma vengono da lontano e sono in perfetta
continuità con quelle portate avanti dal
PDS prima, e dai DS poi, per cui si può
facilmente affermare, a dispetto di
quanto altri pensano, che la Toscana non
è mai stata un’isola felice.
Se
c’è
stato un freno alla devastazione del
territorio, alle privatizzazioni per la
difesa dei servizi pubblici questo è
stato garantito dai movimenti che in
questi anni hanno agito sul territorio,
spesso isolati e lasciati soli dalla
realpolitik, ma anche da chi si illudeva
di poter mitigare dall’interno del
Consiglio Regionale l’irruenza
neoliberista della Giunta di Enrico
Rossi.
Proprio
dal
tentativo di unificare tutte queste
battaglie sociali, di connetterle tra
loro dandogli una rappresentanza
politica è nata la lista “SI Toscana a
Sinistra-per Fattori Presidente”, che ci
ha visto partecipi come Sinistra
Anticapitalista.
Un
percorso
unitario, una lista alternativa non solo
alle destre populiste ma soprattutto al
PD, che nella nostra regione
assume ovviamente i connotati di una
battaglia contro chi questi territori ha
governato e devastato da decenni.
Riteniamo
positiva
che questa esperienza sia diventata nel
suo percorso punto di aggregazione di
tutte quelle forze politiche che si sono
da sempre caratterizzate come
opposizione al blocco di potere del Pd,
dall’Altra Europa per Tsipras alle liste
civiche di sinistra, ad Alba passando
per Rifondazione Comunista, a cui
nell’ultima fase si sono aggiunti
anche SEL e PdCI che, sebbene in
una seconda fase, hanno avviato un
processo di distacco dal PD.
Auspichiamo
che
questi nuovi posizionamenti nello
scenario politico regionale
costituiscano l’inizio di una
riflessione che porti anche queste forze
non solo a porsi all’opposizione a
livello regionale, ma a rompere
coerentemente anche nei comuni le
maggioranze con il PD che li vedono
ancora coinvolti.
Nessuna
concessione
o possibilità di alleanza è infatti
ormai possibile con un partito che nulla
ha più a che fare con gli interessi dei
lavoratori e delle lavoratrici e con la
difesa dell’ambiente, e che da decenni
si è trasformato in uno strumento
diretto delle lobby e dei blocchi di
interessi e potere consolidati.
In
Toscana
cosa è il PD lo vediamo e subiamo
quotidianamente con le politiche
sulla sanità, con la legge sulle cave di
marmo di Carrara, con la grandi opere
messe in cantiere, dalla mega Darsena
del Porto di Livorno all’autostrada
tirrenica, senza contare la legge
elettorale regionale che, per alcuni
aspetti, è peggiore del famigerato
Porcellum.
Noi
crediamo
che oggi sia più che mai necessaria la
presenza all’interno del Consiglio
Regionale di una forza che si faccia
portatrice di un programma coerentemente
in difesa del lavoro, dell’ambiente, dei
diritti civili di tutti, della scuola e
della sanità pubblica, e che si impegni
contro la militarizzazione del
territorio e per una vera politica di
accoglienza, iniziando dal rifiuto di
qualsiasi intervento militare, a partire
dalla Libia, sotto qualsiasi forma,
compresa la copertura ONU.
E’
necessaria
la coerenza di una sinistra capace di
dire No alla riforma della sanità
di Rossi basata sull’Alta
Intensità di Cura, la chiusura dei
piccoli Ospedali e il licenziamento di
1200 operatori sanitari tra medici e
infermieri, che tuteli le cave di marmo
di Carrara e tutto il paesaggio della
Toscana, che faccia tornare nuovamente
pubblici i sevizi privatizzati in questi
anni a partire dall’acqua così come si
sono espressi i cittadini con il
Referendum, che crei posti di lavoro
veri e non precari con la promozione di
opere pubbliche a basso impatto
ambientale e non con le grandi opere.
E’
necessaria
quindi una sinistra che non si faccia
ammaliare dalle chimere del governismo
per cui, una volta in consiglio
regionale, ritorni ad essere più
realista del Re.
E’
questa
la nostra scelta: un voto alla “Lista
SI-Toscana a Sinistra per Fattori
Presidente” con preferenza a quei
candidati che dichiarano da subito la
propria astensione in caso di un
eventuale secondo turno qualora non
fossimo presenti e si impegnano perché
questa eventuale scelta venga condivisa
da tutta la Lista.
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“Il
modello cinese, diretto da miliardari,
non ha niente di comunista.” |
Pierre Rousset, attivista politico (NPA) e specialista della Cina |
Estratti
in pillole dell’intervista che Pierre
Rousset ha rilasciato alla rivista
#LaMidinale (Qui il collegamento al
video dell'intervista - in francese) |
ENI
E
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VelENI |
giovedi 24
gennaio alle ore 17,30
Interverrà il compagno Franco Turigliatto.
6/1/19 Livorno
Elezioni amministrative (dal Tirreno) : Appello
per l'unità della sinistra
Ieri, dopo una lunga malattia, è venuta a
mancare la nostra compagna Antonella Bruschi, figlia
di quel Giovanni Bruschi sindacalista comunista
della CGIL ed ex presidente dell’Avis che
molti ricorderanno.
Anche quella di Antonella è stata una vita spesa
dalle parte dei più deboli, dei lavoratori, delle
donne, degli immigrati.
Il suo impegno costante ha attraversato la sinistra
labronica dagli anni ’70 ad oggi: la FGCI,
Rifondazione comunista, Sinistra Anticapitalista
sempre in difesa dell'idea di un socialismo a misura
di uomo; profondamente antistalinista e femminista
agiva sempre in una prospettiva libertaria.
Non è facile dire di una persona, di una compagna,
di un'amica che ci lascia prematuramente, se non che
ci mancherà moltissimo e che lascia un vuoto
incolmabile nella vita delle persone che le sono
state vicine, che l'hanno apprezzata e stimata.
Il suo impegno è stato quello di un vita, la vita di
una donna che non si è mai arresa al conformismo, al
nuovo che puzza di vecchio, ai populismi di ogni
tipo che si chiamassero Berlusconi, Grillo, Renzi o
Salvini poco importava .
La sua è stata una vita spesa contro il capitalismo,
un capitalismo che mai Antonella ha voluto accettare
come l’unico mondo possibile!
Siamo vicini alla famiglia e a tutti quelli che le hanno voluto bene come noi.
La
loro conoscenza è imprescindibile per potere
immaginare nuove strade che pongano fine allo
sfruttamento dell'uomo sull'uomo e alla
devastazione della natura.
La classe operaia russa dimostrò che si poteva cacciare lo zarismo e, con esso, il capitalismo, che si poteva organizzare la società in una forma superiore, realmente democratica, basata sui consigli di fabbrica e sui soviet, che un altro mondo era veramente possibile. |
A
proposito di sanità pubblica toscana e
livornese Comunicato di Sinistra Anticapitalista Livorno |
al Circolo ARCI P. Carli via di Salviano 542
CENA DI AUTOFINANZIAMENTO DELLA CAMPAGNA PER IL "NO" AL REFERENDUM
PER LE MODIFICHE COSTITUZIONALI
organizza il Comitato per il NO
costo 15,00 €
SINISTRA ANTICAPITALISTA
che aderisce al Comitato per il NO
ti invita a partecipare
se sei sicuro/a di partecipare telefona o invia un messaggio entro mercoledì 19 a Massimo al 3473129381
venerdì 7 Ottobre alle ore 17,30 | presso il Circolo ARCI P. Carli via di Salviano 542 |
Appalti ENI di Stagno: difendere occupazione, salari, diritti.
I tagli del governo Renzi e riorganizzazione della sanità in Toscana
Come Sinistra Anticapitalista esprimiamo la massima solidarietà ai compagni e alle compagne della “rete degli Studenti”, fra questi anche giovani di 15 anni, che ieri sera sono stai aggrediti nel centro di Firenze.
Quello che è accaduto è il segno che il fascismo in Italia sta rialzando la testa.
Lega,
Casapound, Forza Nuova, sono tutte formazioni
politiche che fanno dell’odio razziale e contro
le organizzazioni del movimento operaio il loro
fondamento.
E’ necessario quindi che l’antifascismo torni ad essere punto fondamentale della sinistra e un valore ed una pratica quotidiana, contro chi alimenta le spinte reazionarie e razziste come fanno i partiti della destra con Salvini in testa.
Ma questo non può bastare: contro le paure dei ceti popolari e della piccola borghesia di fronte ai percoli di regressione sociale di fronte ad una crisi economica devastante, è necessario rilanciare le lotte per la difesa delle condizioni di vita e di lavoro di tutti e tutte, autoctoni e migranti, a partire dal rifiuto del Jobs Act e delle politiche di austerità del Governo Renzi e del PD.
Riteniamo
preoccupante che anche qui in Toscana partiti
xenofobi come la Lega abbiano ottenuto ampi
consensi alle ultime elezioni, per questo
dobbiamo tornare nelle piazze, nei quartieri
portando le nostre idee contro le menzogne della
Lega e dei fascisti.
ANTIFASCISTI SEMPRE
SINISTRA ANTICAPITALISTA LIVORNO
Comunicato
di Sinistra Anticapitalista Livorno
Riprende oggi il processo ai compagni e compagne accusati/e dalla Procura di Livorno di aver partecipato in questi ultimi anni alle lotte sociali che hanno caratterizzato la nostra città e che li hanno visti protagonisti.
Con questo processo si tenta di far passare davanti all’opinione pubblica che chi si batte per i propri diritti (dal diritto a manifestare a quello di garantire una abitazione dignitosa a chi è pesantemente colpito dalla crisi e dalle politiche di austerità dei governi PD) è un "violento" e un pericolo.
Non è la prima volta che nel nostro paese i protagonisti dei movimenti vengono colpiti e messi sotto processo.
Esiste oggi, anche in una Livorno devastata dalla crisi, la "necessità" di colpire quella parte di lavoratori/trici, giovani, studenti/esse, disoccupati/e, che insieme cercano di autorganizzarsi e, al di là delle sceneggiate elettorali ed istituzionali, rivendicano diritti fondamentali come quello di un lavoro, una scuola decente, una casa dove abitare.
Tutto questo mentre, al contrario, i responsabili di inquinamento, abuso d'ufficio , speculazioni edilizie e grandi truffe vengono mandati assolti dalla stessa "Giustizia".
Noi sappiamo benissimo che la repressione è sempre stata l’arma dello Stato per fermare le lotte e ogni pratica antagonista e per questo rifiutiamo il teorema che si vuole imporre secondo cui qualsiasi forma di azione contro gli interessi del blocco di potere dominante sia "illegale" e quindi riportato sul terreno dell'ordine pubblico e giudiziario.
Come Sinistra Anticapitalista, non riconoscendo la "legalità" di questo sistema e delle sue istituzioni funzionali solo alla difesa degli interessi di quell'1% che relega alla miseria la maggioranza della popolazione, al contrario ci schieriamo nettamente con chi lotta e si oppone, dando la nostra totale solidarietà a tutti i compagni e a tutte le compagne che oggi sono sotto processo.
Sinistra Anticapitalista Livorno